venerdì 1 aprile 2011

blog aprile 2011

Blog aprile 2011
LA PAURA DEL DIVERSO
Ormai sono alcuni mesi che il mondo arabo delle coste mediterranee dell’Africa e della penisola arabica è in pieno fermento rivoluzionario; alcuni paesi governati a regime dittatoriale sono stati travolti da un’ondata rivoluzionaria che ha cambiato il loro volto politico, l’Egitto, la Tunisia e ora anche la Libia e altri paesi arabi subiscono guerre civili con migliaia di morti e distruzioni ma il fenomeno più preoccupante è la spinta della popolazione superstite ad emigrare, dove? Verso le coste italiane, Lampedusa e la Sicilia dove esistono efficienti strutture di accoglienza.
Oltre alla preoccupazione del fenomeno migratorio con conseguenze socio-economiche pesanti per il nostro paese, c’è l’effettivo rincaro del costo della vita, i prodotti energetici schizzano in alto condizionando la spesa quotidiana con l’aumento dei prezzi e rafforzando la paura di non farcela a vivere con stipendi e pensioni basse e in moltissimi casi assenti per la disoccupazione.
Non desidero approfondire di più il quadro politico ed economico-sociale, altrimenti entrerei in un altro campo difficile e controverso, diverso dai miei interessi personali che riguardano problematiche e tematiche psicospirituali che cercano di spiegare le cause dei fenomeni sociali; infatti, tali notizie di cronaca sono l’occasione concreta e immediata per parlare dei loro effetti sulla vita emozionale psichica e spirituale della collettività, perché? Perché, oltre a creare paura e sgomento, ansia, apprensione e incertezze, stimolano molte domande riguardanti il momento di crisi-crescita che tutti stiamo vivendo sollecitati dall’influsso energetico del 2012.
Credo certamente che tutti coloro che si interessano di argomenti legati ai processi evolutivi e si domandano: - Chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo? avranno capito che il ritmo del vivere quotidiano si è molto accelerato, da un po’ di tempo ad oggi, nel senso che il tempo reale percepito sembra scorrere più veloce ma più carico di esperienze belle o brutte, positive o negative, in certi momenti sembra di essere travolti da un fiume in piena che ci trascina in fondo e poi ci fa risalire a galla sballottandoci in ogni direzione; ci sarà sicuramente un perché, noi uomini abbiamo bisogno sempre di sfide e prove per crescere. Il progresso in tutto, specie nell’evoluzione spirituale e quindi sociale, economico-politica e civile che ne sono l’effetto, avanza tra eventi fatti e scossoni talvolta drammatici e rivoluzionari che stravolgono il normale e falsamente sicuro modo di pensare e agire collettivo.
Quando questi usuali modi di comportamento vengono toccati, scoppiano lo sgomento, la paura e l’angoscia; tutti vorremmo essere sempre nella nostra zona di confort, con le nostre certezze e sicurezze, chi guadagna vorrebbe guadagnare sempre di più, chi ha potere e averi, vorrebbe aumentarli o almeno non perderli, chi ha sicurezze morali non molto salde, non vorrebbe essere sfidato per riconquistarle (ma le vere conquiste morali e spirituali sono sempre in fase di progresso in una sorta di equilibrio dinamico), insomma siamo continuamente provati, provocati sfidati e costretti a metterci in gioco e in discussione.
Occorre fare molta attenzione ai mass-media che diffondono notizie tendenziose: come fanno pochi milioni di persone, arabi musulmani, ad invadere l’Europa con centinaia di milioni di abitanti con sistemi di sicurezza militari collaudati da guerre e da esperienze continue in altri paesi e continenti a scopi umanitari? Anche le minacce economiche fino a che punto sono valide? Possibile che le potenze europee e americana si lascino condizionare passivamente dai capricci di qualche dittatore, ricco di petrodollari, ancora preda di sogni di potere assoluto sovrumano? Sono tutte notizie non sempre fondate che mirano ad un altro scopo.
Abbiamo capito quale e per spiegarlo occorre aprire una parentesi: il popolo italiano per ragioni karmiche ha avuto sempre a che fare con le popolazioni della fascia africana mediterranea; la storia insegna, oltre al periodo della dominazione romana, di recente nel 1911-12 l’Italia ha conquistato la Libia strappandola ai Turchi e ha continuato la sua dominazione coloniale fino alla II° guerra mondiale, quando le fu tolta politicamente ma parecchia gente italiana animata da spirito pionieristico e da volontà di successo ha aperto attività economiche di diverso tipo cercando di incrementare i propri interessi e quelli della popolazione locale. Questa è la seconda volta che gli italiani sono costretti a lasciare in fretta ogni loro bene e attività per salvarsi dalla popolazione scatenata senza più controllo, tale è il destino degli italiani in Libia ma quelli residenti nella penisola a casa propria hanno una diversa funzione molto evidente dalle immagini dei telegiornali: accogliere non solo i Libici ma anche gli emigranti di altri paesi con spirito umanitario e disponibile a differenza di tutti gli altri paesi europei mediterranei che non ci vogliono stare ad accoglierli nel loro territorio.
Gli Spagnoli difendono le loro spiagge con filo spinato e pattugliamenti continui di polizia che spara prima in alto all’avvicinarsi dei barconi carichi di disgraziati per disperderli e questi se ne vanno. I Francesi, molto lontani dalle coste africane hanno detto espressamente che il problema della invasione di immigrati è italiano……ma perché la responsabilità diventa tutta italiana? Io azzardo una risposta: noi Italiani, in quanto abitiamo in un suolo dove si è radicato sviluppato e manifestato per millenni lo spirito cristiano, siamo i più umani e compassionevoli, disposti ad accettare con spirito di fratellanza i diseredati, i sofferenti e in una parola i diversi da noi per cultura e religione, aiutandoli anche ad inserirsi in un contesto sociale normale e costruttivo.
Ho la certezza quasi assoluta che in Europa siamo i soli, noi Italiani, ad accettare umanamente il diverso, lasciandogli piena libertà, e il mondo musulmano con tutte le sue contraddizioni dando dimostrazione di avere raggiunto un livello di coscienza, ancora inconsapevole (ci sono ancora moltissime resistenze), di rispetto e considerazione della persona e quindi di popolazioni diverse per cultura, religione, usi e costumi. Il messaggio che prepara il 2012, più reale e costruttivo, dice che deve nascere in tutta l’umanità il sentimento di appartenenza fraterna alla “razza” umana, tutta uguale nella sua origine divina, ma diversa per ragioni contingenti le più diverse: biologiche, climatiche e poi religiose, civili, storiche e spirituali, cioè uguaglianza e unità nella diversità.
Questa esperienza del popolo italiano è forse il primo e tentennante tentativo di esprimere lo spirito del cristianesimo nascente quando gli apostoli e i loro discepoli andavano tra le popolazioni le più diverse a diffondere il messaggio dell’uguaglianza, della fraternità, dell’accettazione, della libertà e dell’amore; adesso sono le popolazioni dei diversi a venire da noi, suscitando però paure, perplessità e sgomento.
Ora entriamo proprio nell’intimo di ogni essere umano: quali possono essere le sue reazioni psicologiche ed emozionali al contatto con il diverso? La paura, l’ansia e l’incapacità di relazionarsi e comunicare in maniera normale, naturale e distesa, tale è lo scopo occulto, creare insicurezze e precarietà ; per noi Italiani, il diverso italiano, sì, tanto tanto può creare problemi ma alla fine ci si capisce, ci si intende e ci si accorda (salvo con i delinquenti, razza a parte, ma non tutti) ma lo straniero apre nella mente e nel cuore un pozzo senza fondo di richieste che deve essere colmato di cultura (conoscenza della cultura e civiltà di appartenenza di un individuo, ciò richiede un grande sforzo), di spirito di accettazione (religione e razza diverse, sforzo ancora maggiore), di rispetto e considerazione per la persona, ciò è molto difficile perché certe persone non accettano se stesse, sono sbandate, non hanno identità propria, figuriamoci quel che provano a contatto con un diverso, si devono mettere in gioco e vedono come nello specchio quello che devono fare o quello che già hanno fatto con fatica e sacrificio e temono di perdere.
Lo spirito nuovo, profetizzato nel messaggio del 2012, dice in sostanza che è la conquista del diverso dentro di noi che va fatta, un lavoro difficile enorme ma non impossibile, che ci porta fuori dalla nostra ristretta zona di confortanti sicurezze e certezze facendoci superare i limiti della nostra personalità, egoistica e ridotta, meschina e troppo interessata. Superare il diverso in sé, significa entrare nell’universale umano a contatto diretto con il divino.
Comunque, già da molti anni si sente in aria e lo si vede in alcune comunità, lo spirito multietnico, specie in alcune scuole del nord Italia, dove convivono in classe ragazzi di nazionalità diverse, nella maggioranza dei casi in armonia, quindi di cultura religione e razza estranei alle nostre tradizioni e cultura che possono creare talvolta tensioni, incomprensioni e conflittualità ma il messaggio che si avverte e tende a realizzarsi è molto chiaro: unità e collaborazione armonica nella diversità. Siamo tutti esseri umani diversi, ci deve accomunare solo l’unico aspetto presente in tutti, la propria identità e dignità che non ha limiti e confini né colori diversi, è universale; infatti, l’intelligenza, la coscienza, il pensare il sentire e l’agire e tutte le infinite caratteristiche umane, sono qualità e doti comuni, colorate di molte tinte diverse che però trovano la loro unità nell’archetipo umano, nell’idea dell’Uomo che il Creatore ha realizzato nella sua infinita varietà.
Viene di domandare: ma come è fatto l’essere umano universale, l’archetipo umano? E’ l’insieme di tutte le qualità, doti e pregi, virtù e limiti, caratteristiche positive e negative presenti in ognuno di noi; la grandezza del Creatore sta proprio in questo: aver creato gli esseri umani come una infinita varietà di attributi in continua evoluzione che danno un pallido esempio di come possa essere l’infinita grandezza divina, un’immagine somigliante del Creatore. Tutti insieme possiamo dare una pallida impressione della sua divina grandezza, tutti abbiamo la scintilla divina in noi, checché se ne dica. Ognuno di noi è un attributo divino che ha preso forma e merita il massimo rispetto e considerazione.
Quindi, l’importante è fare un piccolo passo per uscire dal proprio guscio protettivo per accettare il diverso da noi; pregiudizi, prevenzioni e preclusioni sono le malerbe da combattere e sradicare dalla nostra mente, perché il nostro cuore sente in maniera diversa e avverte sempre il rapporto tra due persone in modo più immediato diretto e naturale.
Per facilitare l’accettazione del diverso, dopo la spiegazione della tecnica dell’autoterapia (vedi blog precedenti), è opportuno recitare alcune formule adatte a tale scopo: esercizio
1. Accetto sempre più con profonda disponibilità e amore tutto ciò che mi porta al di fuori della mia sfera di confort e sicurezza; sono pienamente centrato e pronto a capire e comprendere il diverso da me;
2. Accetto, comprendo, perdono e apprezzo l’altro perché lo sento come me stesso;
3. Entusiasmo, positività e ottimismo riscaldano la mia mente e il mio cuore; irradio luce e calore psicospirituale nei miei pensieri ed emozioni.