Blog maggio 2012
Condizione psico-spirituale dei
giovani d’oggi
Gli adolescenti dai 12-13 anni e oltre
vivono attualmente una condizione di estrema solitudine, di incomunicabilità con
il prossimo vicino, genitori e famiglia, e anche fra loro, non si sentono
capiti forse perché hanno pochi contenuti da scambiare, salvo quelli che sono
impegnati in ambito culturale e religioso.
In questi ultimi tempi, un loro modo
abbastanza diffuso, concreto e diretto per dare un senso alla quotidianità e per
sentirsi vivi, è quello di praticare, ad esempio, durante gli incontri in
discoteca, “lo sballo”, l’ubriacatura da alcolici totale fino a sentirsi fuori
(esperienza che spiritualmente significa esporsi a entità molto basse che li
occupano completamente fino all’incoscienza, cioè alla perdita dell’Io). E’ un
bisogno di spegnimento e di annullamento della coscienza per non sentire,
soffocandolo, quel naturale istinto che porta ad osservarsi, a giudicarsi e a
fare qualcosa per crescere e maturare; ma ciò richiede sacrifici, impegno e
lavoro costante su se stessi che costano fatica (ma chi te lo fa fare?); la
maggior parte degli adolescenti non è abituata al sacrificio, alla rinuncia ad
un benessere immediato seppur illusorio.
La ragione profonda è che questi
giovani si sono rincarnati con uno scarso o addirittura assente bagaglio di
esperienze sofferte (coscienza), di valori, di qualità e attitudini forti da
altre vite; sono anime giovani, inesperte e incapaci di affrontare situazioni
che richiedano coraggio, testa e cuore abbastanza collaudati.
La domanda che ci facciamo noi che
conosciamo la legge del karma e della rincarnazione: perché
scendono tali anime che vivono mezze vite, stroncate da morti premature o,
peggio, da esperienze oscure, suicidio, droga, alcolismo, violenza, delinquenza
e sesso sciolto e altro? Siccome
la legge della rincarnazione, uguale per tutti, prevede che un’anima, prima di
rincarnarsi, veda in immagini spiritualmente il senso della sua vita terrena
futura e la accetti, allora tali anime giovani scendono inconsciamente inconsapevoli
per affrontare certe esperienze che servono loro per rafforzarsi, in fin dei
conti l’hanno loro scelta la propria vita.
Sappiamo però, che per vivere certe esperienze
ci vuole anche una guida, cioè persone esperte che sappiano ben indirizzare,
spiegare e illustrare un modo giusto per affrontare una situazione; il problema
è trovare tali persone esperte, sarebbe naturale che fossero i genitori, gli
educatori nelle scuole o nei centri culturali; purtroppo non è così, sono
proprio i genitori il perno manchevole, perché la maggior parte di essi sono
privi di valori spirituali: rispetto per se stessi e per gli altri, amore,
cultura che trasforma, apprezzamento per la vita non solo materiale, (soldi,
benessere, possesso), ma anche spirituale, ( miglioramento di se stessi,
crescita e maturazione personale attraverso lo studio, il lavoro se c’è). Se
i genitori non hanno certi valori, come fanno ad educare i figli? Che
trasmettono loro? Ciò che non hanno? L’educazione avviene non solo a parole ma
con l’esempio, cioè con parole dimostrate dall’azione.
Che pretendono, quindi, genitori ed
anche educatori, di allevare figli e allievi sani, forti, determinati e ben
impostati per affrontare prove quotidiane, se non sono loro stessi ad essere
tali? C’è da fare
una precisazione: il processo educativo si basa su tre elementi fondamentali
interagenti fra loro: la persona,
l’ambiente familiare (educazione), il contesto sociale; è
chiaro che l’elemento più importante è quello personale, cioè
l’individuo con il suo bagaglio karmico che si può conoscere con la numerologia
e l’astrologia. Se la persona è
predisposta per certi valori è naturalmente più facile educarla ad esprimerli
nel tempo, cominciando dall’infanzia dall’adolescenza e oltre, a patto però che
incontri prima l’ambiente familiare adatto in cui possa germogliare e fiorire
il suo patrimonio di esperienze del passato e poi il contesto sociale in cui possa
riversare e sviluppare le sue doti, capacità e attitudini….. La scuola e
l’ambiente di lavoro sono, infatti, la palestra ove l’individuo si esercita a
contatto con gli altri in un rapporto dinamico spesse volte condizionante: lì,
si apprendono più vizi che virtù e, se non c’è una base solida caratteriale,
sorgono quei problemi che conosciamo quotidianamente.
Di questi tempi va di moda, come
dicevamo, un’abitudine scioccante: “lo sballo”, l’ubriacatura totale fino alla
perdita di coscienza. Questi ragazzi e ragazze vanno in discoteca, si scatenano
nel ballo, alcuni si drogano, poi escono, si mettono alla guida rischiando
spesso la vita propria e altrui senza rendersene conto ( sono fuori coscienza),
fanno sesso sciolto non considerando i pericoli: malattie e conseguenze varie,
come la gravidanza. Tale è la obiettiva situazione di moltissimi giovani.
I benpensanti si accaniscono contro di
loro giudicandoli incoscienti, irresponsabili, delinquenti e scansafatiche ma
non tengono conto che è mancato loro e manca tuttora l’anello fondamentale del
processo educativo: l’esempio.
Quando esso è positivo, educa, quando no, diseduca e spinge verso il male:
mancanza di rispetto verso persone, cose e regole. E’ tutto qui spiritualmente, il motivo del malessere
giovanile, l’esempio al negativo; mi spiego: hai bisogno di soldi? Bene! Siccome è difficile trovare lavoro, allora ci
si arrangia o facendo lavori sottopagati che sembrano colpire la dignità
personale (ma se si lavora con spirito di sacrificio ed entusiasmo, anche il
più umile e disgraziato lavoro può avere un significato “universale”) o si
spaccia, ci si prostituisce, si ruba, insomma si delinque perché la molla esemplare comune è fare soldi ad ogni costo.
Alcune ragazze belle e intelligenti guadagnano facendo un lavoro strano: si
mostrano seminude in posizioni erotico-porno nella propria webcam ad un numero
ristretto di clienti affezionati, non molto normali ma disposti a pagare. In sostanza, in questo periodo storico
vale in misura fortissima quasi virulenta, l’esempio del denaro facile, della
corruzione, e dell’accaparramento di denaro e di potere.
Ma allora, che si deve fare per
aiutare i ragazzi fin da bambini e poi adolescenti e oltre? Ci
sono doveri familiari e individuali e doveri e responsabilità collettive e
sociali. In famiglia è necessario comunicare non solo a parole cioè dialogare
ma dimostrando da parte dei genitori, di esserci totalmente come perone nel loro ruolo, animato e sostenuto dal
rispetto e dall’amore. Un esempio: se un figlio minorenne passa una
crisi di identità, il genitore più pronto lo deve sostenere nella maniera più
adatta al momento e al carattere, in modo concreto e amorevole, tale
comportamento è di una efficacissima e unica importanza (solo dopo anni si
riconosce la validità di quell’aiuto in quel preciso momento). Il figlio/a impara ad essere considerato
già come persona pronta e in potenziale crescita, sperimenta il rapporto a due
costruttivo (specie quando si mettono in evidenza gli aspetti positivi di un
fatto e del carattere), la fiducia in sé e nel prossimo, la voglia di
migliorare e spesso di fare progetti per il futuro. Se poi in famiglia si
parla di tematiche culturali a sfondo psicologico-spirituale e si discutono, ad
esempio, casi di vita quotidiana vissuta
a scuola, a casa o visti in TV, il ragazzo/a cresce in un contesto vivo, sano,
costruttivo e critico e, se anche dovesse incontrare ambienti e persone diverse
per livello di cultura, sensibilità ed educazione, ha una buona autodifesa.
Allora quegli adolescenti che si
comportano “male”, che soffrono di crisi, di complessi strani, che si esprimono
con violenza e tutta la rabbia che hanno in corpo, dovrebbero essere guidati
con mano ferma vellutata verso valori “universali”, perché soltanto i pensieri
e le idee, i concetti e le rappresentazioni uniscono gli uomini, mentre le
emozioni, le passioni, i sentimenti e gli impulsi separano in quanto troppo
personali. Il problema non è assolutamente semplice né di facile soluzione,
mancano strutture e persone adatte ad educare, invece sono frequentissimi gli
esempi devianti di “cattivi“ comportamenti che inconsciamente condizionano i
più deboli.
La domanda è sempre la stessa: che
possiamo fare per aiutarli? Ognuno può trovare il suo modo ma è
importante in qualsiasi occasione parlare adeguatamente di alti valori (è bene
prepararsi, interessarsi ed essere pronti anche a discuterne, bisogna studiare
sempre ed essere aperti a nuove
esperienze): rispetto, libertà, consapevolezza, bene comune, cultura che tocca
e trasforma il profondo dell’uomo, il senso della vita e della morte ma con
esempi vivi, concreti ed efficaci (quanti ricordi abbiamo da raccontare?). Sono parole talvolta poco comuni fra i giovani ma esprimono pensieri e
concetti che entrano, bucano e, detti in maniera entusiastica, convincono,
diventano semi e spesso germogli. Quindi, tutti noi possiamo dare anche il
nostro contributo a questo problema così importante ai nostri giorni, prima di
tutto pensando positivamente che ogni adolescente possa trovare il momento di
apertura e di inizio di una sana trasformazione e contemporaneamente che le
forze cristiche siano sempre più presenti nella sfera terrena vicino agli
uomini ispirando movimenti culturali, religiosi, iniziative sociali efficaci
per diffondere sani valori morali.