Blog luglio 2013
Pensieri e riflessioni sul karma
in rapporto alla malattia
Quando si parla di karma relativamente a
condizioni ed eventi quotidiani comuni, si intende legge di causa ed effetto con
due
significati affini ma con lievi sfumature: predisposizione e
predestinazione, due parole molto dure perché riducono e condizionano,
specie l’ultima, fortemente la libertà dell’individuo. Di predisposizione si può
parlare quando ci accorgiamo di attirare nella nostra vita eventi, situazioni e
rapporti di una certa qualità, di un certo tipo che lasciano però un margine di
scelta di azione abbastanza ampio e anche libero, (le definisco esperienze
leggere) ma quando avvengono nella vita
di una persona eventi gravi, come malattie invalidanti, rapporti conflittuali
pesanti, esperienze difficili e sofferenze di varia natura persistenti e tali
da incidere pesantemente sul modo di vivere,
il karma non è soltanto predisposizione
ma soprattutto effetto di cause fisiche, psichiche e spirituali
più profonde risalenti a vite passate e non predestinazione.
Prendiamo come esempio lo stato di
malattia; quando si ragiona sugli aspetti più evidenti di una malattia grave e
invalidante che colpisce specie una persona a noi vicina ( le emozioni e i
sentimenti sono molto forti), non si può
fare a meno di risalire a cause originate in vite passate in cui si è pensato,
sentito e agito creando una certa corrente energetica: pensieri, sentimenti ed
emozioni ripetute, costanti e perseveranti hanno creato un sentiero energetico che, secondo la legge
dell’attrazione, si ripresenta attirando, come ultima manifestazione
concreta ed evidente, il processo di malattia, affezione di un organo o di una
funzione che può portare alla morte fisica e/o contemporaneamente (questo è l’aspetto più importante) alla non
accettazione, alla ribellione, alla negazione di ogni legge di giustizia
spirituale e di speranza, alla sfiducia e al nulla (morte spirituale); quindi, certi aspetti della vita individuale (particolarmente
le malattie) sono proprio l’effetto concreto e spesso decifrabile (da
persone coscienti e consapevoli della legge di attrazione) di comportamenti, pensieri negativi
e azioni compiute in vite passate che ritornano con il preciso scopo di essere
riconosciuti, accettati e risolti spiritualmente con l’energia di amore
incondizionato. Tale è il significato ultimo della malattia e delle
esperienze più dure e condizionanti attirate per karma.
Allora, quale può essere il giusto
modo di affrontare tali esperienze dure e condizionanti di malattia? Considerando il
livello attuale raggiunto nel campo delle energie-pensiero di amore, ritengo
che le energie-pensiero, ben incanalate e mirate con formule di autoterapia e
preghiere, possano essere di un estremo aiuto talvolta risolutore (dipende dal grado di maturazione
raggiunto dalla persona in questione) del
processo di malattia. Perché ricorrere a tale aiuto? Perché
la malattia, oltre al suo aspetto fisico, che attacca organi e funzioni vitali,
si manifesta pesantemente come corrente di pensieri, sentimenti ed emozioni
negative, devastanti e condizionanti: questo è il bagaglio karmico che
accompagna lo stato di malattia, di cui la sofferenza e il dolore sono la diretta
conseguenza della causa karmica, su questo occorre lavorare. Ma prima di
arrivare all’esercizio consapevole con le energie-pensiero di amore per
superare la durezza di certe esperienze, è giusto anche provare altre vie.
Infatti, come si supera praticamente l’effetto karmico, l’evento particolare? Ci sono sostanzialmente tre modi: il primo, vivendo fino in fondo
l’esperienza con sofferenza e dolore, si compensa consapevolmente o no il
debito karmico, anzi, il patimento, l’angoscia e la pena che accompagnano
l’evento karmico, secondo la legge karmica del compenso, ripagano con effetti
altamente positivi e in questa e soprattutto nella vita successiva. Infatti,
risulta da indagini svolte tramite spiriti ascesi, che una persona
particolarmente bella, dalle forme perfette armoniche e avvenenti, come se ne
vedono tante nei mass-media, può avere attirato il suo corpo fisico come premio
per le sofferenze, i dolori e le limitazioni vissute in vite passate.
E’ facile accorgersi di tale verità quando si incontra una persona che non
esprime nel suo carattere, cioè nel suo contenuto interiore, la bellezza e
l’armonia delle sue forme esteriori. Ne ho conosciuti tanti di uomini e
donne che danno piacere estetico,
sensazioni belle ma tutte superficiali; mi sembra di vedere una bella
carrozzeria attraente affascinante e talvolta anche stupenda, però, quando
entro in contatto con il motore: sentimenti, pensieri, emozioni e
comportamenti, cioè quando parlano e agiscono, mi accorgo che l’avvenenza, il
fascino e la bellezza esteriore non è espressione della loro interiorità, sono
volgari insensibili, sgradevoli, poco intelligenti…….ma hanno un corpo bello!!
Certo! riscuotono il compenso di sofferenze, limitazioni e patimenti passati!
E’ una constatazione che risulta da sottili riflessioni su comportamenti e
stati di essere di certe persone, in tali condizioni siamo sempre legati e
condizionati dal karma passato.
Allora, come si può fare per creare un nuovo karma positivo, libero e
aperto al futuro? Questo è il nodo fondamentale, è l’obiettivo verso cui sono
diretti tutti i nostri sforzi di conoscenza e realizzazione. Ecco il secondo modo: la
condizione fondamentale è accettare con umiltà, speranza e fiducia piena nella guarigione la propria
situazione fisica e psicospirituale cercando di immettere con costanza e pazienza
energie
nuove nel modo di pensare e nelle emozioni consce ed inconsce, ciò
significa recitare formule mirate con forte intenzione, calore e fede profonda
a mò di mantra, con una continua pratica (come si prendono farmaci ad orario,
così si devono recitare le formule). In
sostanza le formule dovrebbero suscitare energie positive opposte al male in
atto; esempio: durante il processo di malattia nascono pensieri di morte, di
disfacimento, di paura, di debolezza, di impotenza e incapacità, di
annullamento…. Una gamma illimitata di pensieri ma soprattutto
sentimenti ed emozioni negative, ebbene, le formule devono suscitare vita,
rinascita e coraggio, potere mentale e spirituale, affermazioni di fiducia e
gioia di vivere essere e amare; tale dovrebbe essere il contenuto delle
autoaffermazioni!
Non
nascondo che è una pratica o esercizio difficile da farsi perché lo stato di
malattia tende ad offuscare specie la volontà di reazione ma ci sono persone
che ottengono risultati insperati proprio perché riescono a superare l’iniziale
ostacolo con volontà e forte intenzione
di guarigione. Parecchie persone, se
non la maggioranza, mancano di questo stimolo all’azione diretta, vale molto in questi casi la preghiera alle
forze dell’IO SONO e ai suoi intercessori, arcangeli e angeli per suscitare la
volontà di azione.
Quando alcune persone affermano che il karma
si può superare, quindi, occorre sapere che nel momento in cui recitiamo
autoaffermazioni positive, immettiamo nuove energie che per legge di attrazione
attireranno effetti positivi in questa e nella prossima vita ma il processo di malattia, quando colpisce,
richiede un pareggio con l’accettazione del dolore e della sofferenza; ci sono però dei casi (registrati
naturalmente) in cui le persone sono
talmente penetrate nell’energia-pensiero d’amore con la conoscenza e la pratica
spirituale, che operano una autoguarigione
psicospirituale sorprendente con effetti immediati sulle condizioni fisiche che
sanno del miracoloso, bruciando tutte le resistenze e i condizionamenti.
Il terzo
modo è rappresentato da un intervento esterno alla persona sofferente, di
individui che, conoscendo e praticando per loro volontà libera la legge
dell’amore incondizionato, donano le proprie energie-pensiero attraverso la
pratica della guarigione con la
telementazione. Tali individui sono i maghi Merlino della nuova era e lavorano
in silenzio con entusiasmo e amore, con l’unica volontà di aiutare a guarire
nello spirito e nel corpo chi ne ha bisogno. Se ne è parlato nell’articolo
sulla Tecnica di guarigione attraverso la telementazione, pubblicato
sul blog Humanus…..e in quello Incontro di maggio a S.Giovanni.
Il processo di malattia è un’occasione
importantissima ricercata inconsciamente dalla persona malata, perché
programmata prima di rincarnarsi, per operare una sostanziale trasformazione
dell’Io profondo in senso positivo nella linea della propria evoluzione, se si
vive il processo con accettazione, consapevolezza, fede e speranza di
guarigione. E’ il caso di osservare
quali cambiamenti di carattere manifestano quelle persone che vivono una
malattia grave e invalidante con accettazione e consapevolezza e quelle che non
hanno capito il senso della prova e si lasciano travolgere da paure,
offuscamento di coscienza e senso della
fine.