Blog marzo 2014
Le logiche dell’ESSERE e dell’AVERE
Se tu sei, tu hai! Apparentemente
sembra un detto sibillino, molto strano e di difficile comprensione,
completamente al di fuori della realtà concreta quotidiana; ma non è così,
nasconde invece un sottile significato, da spiegare, di notevole attualità e
tale da aprire la mente e la coscienza ad ampi orizzonti di novità e
sperimentazione; la sua comprensione e realizzazione può iniziare il percorso verso
la libertà da condizionamenti e false credenze.
Che significa la frase: se tu sei? Il primo elemento della contrapposizione precisa
tra i due verbi, che contraddistinguono la nostra esistenza: essere e avere, realtà ed apparenza, qualità e quantità, spiritualità
e materialità, potere spirituale e possesso materiale, è la eterna distinzione
tra i due piani, quello morale-spirituale (coscienza e consapevolezza, sentimenti, controllo emotivo
e rispetto, libertà e mente) = essere e quello fisico materiale ( potere e
possesso, dominio e autorità, fisicità e materialità) = avere. Tale antitesi è in piena evidenza nel nostro
modo di pensare e vivere quotidiano con prevalenza dell’aspetto avere; infatti,
in ogni ambito di vita, dai rapporti personali alla salute,
dall’autorealizzazione alla cultura alla politica…..balza in primo piano il
fattore avere, guadagno, successo, mi spiego: nei rapporti personali anche
sentimentali, dopo un po’ di tempo, prevale la ricerca di possesso, convenienza
e interesse; nel lavoro, il guadagno
oltre il necessario ad ogni costo e nella salute, il benessere fisico in
funzione di una eterna giovinezza astratta e di una bellezza apparente; nella
cultura, il sapere e le conoscenze che portano a realizzazioni pratiche ed
efficienti di guadagno e di potere; nella realizzazione personale, successo,
carriera e volontà di vincere sempre, esaltazione dell’ego; nella politica, non
ne parliamo, essere eletti significa assicurarsi per un periodo più o meno
lungo, una fonte considerevole di guadagno, oltre il successo e il potere.
Da
questo elenco sembra che i valori
materiali concreti abbiano decisamente il sopravvento nella scala degli ideali
che caratterizzano la cultura di una società, diciamo, delle società dei paesi
avanzati e di quelli in via di sviluppo.
E’ una constatazione dura ma reale che è alla base della crisi totale del
periodo storico attuale.
Siamo allora destinati ad un continuo
conflitto tra i valori dell’essere e dell’avere? NO!
In
questo periodo dell’anima cosciente e consapevole, perché? Mi spiego: i desideri, specie quelli rivolti al mondo concreto
cioè al benessere, alla sicurezza economica ed esistenziale, al godimento al
piacere dei sensi, in questo tipo di società e in questa cultura che la
sostiene, sono leciti, sarebbe sciocco
sforzarsi di ignorarli ed evitarli, quando li respiriamo, li assorbiamo
continuamente dalla mattina alla sera, se viviamo una vita normale scandita dai
telegiornali, dai programmi televisivi, specie pubblicitari, da letture di
giornali, riviste ecc…
Ma, se ci fermiamo un attimo e
riflettiamo con buon senso e consapevolezza, possiamo riuscire a capire ed
evitare la conflittualità. Come? Prendiamo ad esempio il desiderio di
benessere; esso è molto pericoloso e insidioso per le difficoltà che presenta la
sua realizzazione, per ogni singola persona a seconda della situazione in cui
si trova, della sua cultura e livello evolutivo e della capacità di controllare
pensieri, sentimenti emozioni e azioni. Per una persona normale il benessere potrebbe significare avere ogni
giorno il sufficiente necessario per vivere dignitosamente soddisfacendo
innanzitutto le necessità del mantenimento fisico e poi quelle della mente e
dell’animo: mangiare e bere, vestirsi e curarsi e anche muoversi, divagarsi
qualche volta e coltivare la mente, e questo è già abbastanza di questi tempi;
se
non ci si accontenta, allora si deve
sviluppare la volontà di concretizzare la capacità di controllare, i desideri,
che se lasciati liberi, galoppano a briglia sciolta creando insoddisfazione,
insofferenza, rabbia e paure. Ecco che si passa inavvertitamente dalla logica
dell’avere, possesso, potere e acquisizione materiale, a quella dell’essere,
consapevolezza, sviluppo e controllo dei desideri e pensieri, impulsi e istinti
che, se non conosciuti e tenuti a freno consapevolmente, avvelenano la
coscienza: la prova? Moltissime persone non si accontentano mai
di ciò che hanno, anche del sufficiente loro consentito, perché ricercano fuori
le sicurezze materiali per soddisfare illusoriamente la mancanza di sicurezze
interiori. Chi è sicuro di sé, chi si stima si
accetta e si apprezza, controlla anche i suoi desideri, non li reprime o
cancella, ma li conduce, in base alle proprie possibilità, alla loro
realizzazione con intenzione consapevole provando soddisfazione e gratitudine. Chi
non lo è, anche se benestante, soffre perché gli sfugge sempre qualcosa.
Sorge spontanea una domanda: - Chi non ha
il necessario per vivere una vita dignitosa, il disoccupato o il pensionato al
minimo, cosa deve fare e pensare per sentirsi Uomo in senso ideale?
Chi si trova in situazioni
precarie, dovrebbe innanzitutto sforzarsi di capire, non solo la condizione
reale attuale: licenziamento, impossibilità di trovare nuovi lavori, pensione
minima, ma anche quale aspetto della sua vita interiore è provocato ( gli
eventi non capitano mai senza una profonda e talvolta sconosciuta ragione,
karma): è
forse la volta buona per mettersi in gioco e sfidare la vita, fare un
cambiamento di rotta, accettare una spinta a conoscersi più a fondo, a
sviluppare qualità prima trascurate: coraggio, autostima e fiducia in sé,
rispetto e dignità, creatività e positività? In sostanza, si passa anche in tali condizioni di sofferenza, dalla
logica dell’avere a quella dell’essere, grazie alle prove-sfide che stimolano e
accendono la consapevolezza e la volontà di scelta.
Di esempi se ne possono portare
illimitatamente in ogni ambito di vita, perché tutta la nostra esistenza è un
esempio concreto di tale conflittualità seppure inconscia.
Scelgo le relazioni personali,
specie sentimentali, che sono un altro campo ricchissimo di esempi che mettono
in evidenza sempre più il bisogno essenziale di sicurezza con la ricerca di
possesso, di controllo e di potere sull’altro (logica dell’avere), è naturale di questi tempi in cui
la falsa cultura dei mass-media martella sui valori della bellezza esteriore,
apparire, sul piacere egoistico dei sensi, sull’attaccamento viscerale
(gelosia) tra persone legate sentimentalmente, sul desiderio di contatto fisico
e di comunicazione per non sentirsi soli, che creano dipendenza, perché chi
vive l’amore in tale modo, dimostra di
aver capito poco o nulla del vero sentimento di Amore….
Lascio al lettore la libera scelta di
innumerevoli esempi in ogni ambito di vita, credo che accenderebbe la sua
capacità di analisi e di comprensione vera del senso della esistenza, prezioso
campo di battaglia per conquistare libertà, coscienza e amore.
Occorre fare una considerazione finale: di questi tempi la distinzione fra logica dell’essere e
dell’avere non è più valida; anche il
ricco, potente e autoritario il cui cervello è una macchina per fare e gestire soldi,
ha a che fare con la sua coscienza più o meno inconsciamente; paure,
insicurezze, ansie e preoccupazioni lo assalgono con maggiore virulenza e
responsabilità; per godersi il
benessere, deve ricorrere in qualche modo a rafforzarsi nel carattere: autoaffermazioni inconsce, meditazioni,
preghiere o ricorso a psicoterapeuti? Forse potrebbe essere per lui l’inizio
dello sviluppo di una certa autoconsapevolezza.
In sostanza, l’energia-pensiero che è in noi
la prima e più importante manifestazione dell’IO SONO, si fa sentire ed esige,
in modo personale, di essere riconosciuta e coltivata proprio nel conflitto
quotidiano tra i bisogni materiali per vivere e sopravvivere e quelli
spirituali che, una volta capiti, ci danno sostentamento, la forza della conoscenza,
della fede e della speranza, della fiducia e della positività, anche con
l’aiuto delle entità a noi molto vicine, angeli e arcangeli; dovremmo ringraziare
ogni situazione, anche la più difficile, perché il nostro personale destino ci
offre l’occasione per conoscerci meglio e rafforzarci. In tale visione della
vita dolori, sofferenze e privazioni ma anche gioie e gratificazioni, piacere e
godimento sono gli strumenti che ci aiutano a realizzarci, a sentirci sereni e
forti cittadini di questo mondo, in fin dei conti, bello e ricco di infinite
gradazioni di piacere e sofferenza, sta a noi riconoscerle e viverle consapevolmente.