giovedì 2 dicembre 2010

Gioventù e maturità crescente

Blog dicembre 2010


 

Di questi tempi non si sente parlare d'altro che di giovinezza in tutte le sue espressioni e si sottovaluta la maturità che avanza: nello sport (è chiaro), nella moda (si può capire) ma in specie nei comportamenti quotidiani e nello stile di vita per cui persone mature e adulte si atteggiano, per non essere criticate, a giovani poco più che adolescenti, suscitando talvolta un sorriso bonario di compatimento che può talvolta essere scambiato per invidia.

Ciò è dovuto ad una esigenza profonda di mantenere positività, energia viva e sempre rinnovabile, originalità e adeguamento costante ai cambiamenti che avvengono con grande rapidità nella società in cui viviamo, suggeriti dai mass-media, ma questo è il senso positivo che percepisce una persona adulta, non sicuramente i giovani che mancano di esperienza e di ideali morali adeguati, essi ne colgono solo gli aspetti esteriori privi del minimo sostegno morale fondato sulla esigenza di una crescita personale e li esasperano al massimo; basti notare la funzione martellante dei mass-media che trasmettono modelli sempre nuovi in ogni campo, dalla tecnologia più avanzata, alla moda e alla cultura del corpo, all'arredamento più originale e giovanile della casa, ma è molto difficile sentire, salvo rare eccezioni, reali proposte e stimoli a mantenere giovane non solo il corpo ma anche la psiche, per aumentare l'energia mentale creativa, per superare la paura e le negatività in genere e il decadimento non solo fisico, per sviluppare concrete capacità di affrontare una crescita morale e spirituale della persona.

Indubbiamente siamo nel periodo storico in cui ognuno, giovane o anziano, è lasciato a se stesso libero di seguire ciò che meglio fa per lui per autorealizzarsi ma tale parola autorealizzazione, se viene accolta come programma di vita, è uno stimolo notevole a lavorare sul proprio carattere per migliorarlo affrontando gli eventi quotidiani come occasioni di prove e di sfide con se stessi; ma così come si svolge la vita sociale e morale cominciando dalla famiglia e dalla scuola alle relazioni interpersonali a tutti i livelli, i valori della forza e della originalità, della novità e della curiosità, della modernità e dell'aggiornamento continuo proprio della giovinezza, sono valori solo esteriori privi di qualsiasi significato ideale riferendosi all'esteriorità e all'apparenza perché la maggioranza dei giovani ha paura della vita, non ha certezze spirituali, non è stimolata a capire il senso profondo delle esperienze, in poche parole non sa sfruttare a pieno gli aspetti positivi della gioventù, quando questa passa, allora i più sensibili se ne accorgono.

Invece le persone mature in crescita, se si risvegliano ai bisogni spirituali che con l'età si fanno sempre più forti ed impellenti, possono veramente attraverso lo sviluppo della consapevolezza e l'interesse per una crescita evolutiva, raggiungere un soddisfacente stato di serena accettazione, di consenso e stima di sé.

Sulla carta i maturi crescenti hanno diverse possibilità di sentirsi più realizzati ma hanno un nemico temibile che li attacca subdolamente e non li molla, i modelli di efficienza e di bellezza fisica molto condizionanti ma estremamente superficiali. I maturi, a seconda dell'età, (la sapienza numerologica la suddivide in 3 cicli di 27 anni ciascuno) avvertono gli stimoli, intorno ai 50, per sviluppare una conoscenza che scenda più in profondità e risponda ai quesiti esistenziali: - Chi sono io? Che senso hanno la vita e la morte, le malattie e le esperienze negative? ricercando risposte soddisfacenti che diano sicurezze e un sereno stato d'animo di equilibrio e armonia.

Analizzandosi con obiettività ci si accorge che quanto più si avanza nell'età, tanto più nelle persone sensibili e mature si accende il bisogno di certezze interiori e interessi che soddisfino la voglia di conoscersi e conoscere. Se poi una persona matura conserva il suo entusiasmo giovanile, la curiosità e il desiderio di aggiornarsi e modernizzarsi continuamente, ritengo che avanzi crescendo nella giusta misura.

Molti rimpiangono la propria giovinezza perché hanno perduto diverse occasioni e possibilità di realizzare ciò che ancora desiderano ma in compenso apprezzano molto di più il loro stato attuale e quegli sprazzi di vitalità giovanile che spesso capitano; nessuno meglio di un maturo sa apprezzare la bellezza e tutti gli aspetti giovanili specie nelle esperienze sentimentali non superficiali ma consapevolmente vissute e in quelle di lavoro e di cultura.

Il maturo sa che cosa dà nei sentimenti, nelle emozioni e nei pensieri, sa cosa prende in cambio ma nella maggioranza dei casi dà di più a meno che non sia un inconsapevole, insensibile e complessato con molti aspetti del suo carattere non espressi armoniosamente e al momento giusto in giovinezza.

Voglio far capire ai maturi crescenti come me, o giù di lì, che la vita offre occasioni di ricercare e apprezzare ed esprimere, valori decisamente soddisfacenti: l'amicizia amorevole, la conoscenza a tutti i livelli, l'arte attiva cioè creativa e come fruizione del bello, la disponibilità e la condivisione partecipazione alla vita altrui, l'attività culturale in cui si esprimano i frutti di esperienze di studio e ricerca, l'amore per la natura per tutto ciò che offre a persone sensibili ….. purché si conservi l'animo aperto all'apprezzamento del bello, del vero e del bene.

La domanda bruciante è però questa: - Come la mettiamo con la decadenza del corpo fisico? La risposta è per ognuno uno stimolo a cercare il giusto equilibrio tra fisico e psicomentale nel senso che occorre senz'altro rendersi conto di certi limiti che si accentuano sempre più col tempo, accettarli e conviverci senza lasciarsi troppo condizionare.

Nella ricerca di tale equilibrio si manifesta il valore e lo spessore dell'individuo; conosco persone in età avanzata, 85-90 anni e oltre, che mantengono la mente lucida e attiva e una psiche piena di interessi e disponibilità verso il prossimo e la vita in genere, con cui è sempre motivo di arricchimento parlare e frequentarli; non sono quelle persone che ti scaricano addosso l'elenco dei loro disturbi e malattie pretendendo attenzione ma partecipano e condividono le esperienze altrui con spirito giovanile: è una conquista che non tutti sanno fare ma sarebbe giusto almeno tentarci.

Il corpo fisico va rispettato e curato ma inteso anche come strumento della mente e del cuore nel senso che non deve essere solo goduto fine a se stesso ( molte persone lo curano soltanto per goderne l'aspetto esteriore narcisistico) ma come mezzo per realizzare intenti e aspirazioni, progetti e sogni.

Quando il fisico è considerato strumento per una realizzazione spirituale nel mondo materiale, non è più esso che condiziona ma la coscienza, lo spirito dell'individuo che lo conduce e guida; ci sono tantissimi esempi di persone molto anziane per le quali la vita sembra essersi arrestata, nel campo della scienza, della medicina, della religione, della cultura e delle esperienze socio-politiche non solo del nostro paese, che esprimono saggezza sofferta e sperimentata, come una luce indicante la direzione da seguire per una vita che merita di essere affrontata e vissuta con amore.

Il giovane raramente può essere faro di luce perché deve consumare il suo karma ricco ancora di desideri, istinti e impulsi che vanno vissuti fino in fondo per essere realizzati ed esauriti. Ecco perché si stimolano i giovani a sviluppare la consapevolezza delle proprie potenzialità pregi e difetti, appunto perché così riescono a rafforzare le energie che daranno frutti ricchi nell'età matura.

Insomma la vita va capita e apprezzata nel suo ritmo di sviluppo ciclico: infanzia, adolescenza, gioventù e maturità crescente per sfruttarne tutte le occasioni che può offrire sempre in rapporto al karma personale. L'aspetto che crea talvolta un non so che di rabbia è che si capiscono certe verità e realtà quando le occasioni sono già passate ma, consolazione tardiva ma sempre valida, la consapevolezza ben gestita conserva il senso dell'eterno, cioè il continuo rapporto con la spiritualità che rettamente intesa supera le barriere del tempo. Credete, non sono solo parole!! Si tratta di superare le normali barriere del tempo e dello spazio da cui la nostra mente terrena è condizionata (la fisica quantistica aiuta molto in questo senso), allora la maturità crescente si accetta, si apprezza e diventa fonte di soddisfazione e gratificazione perché fa conoscere aspetti, anche nell'amore, che un giovane sotto la tempesta degli ormoni che impazzano non può immaginare né vivere. Provare per credere!!!


 


 

blog dicembre 2010

mercoledì 1 dicembre 2010

giovedì 4 novembre 2010

blog novembre 2010

ACCETTAZIONE CONSAPEVOLE DI SE'


Risulta ormai da molto lunga esperienza che le persone che si conoscono nella loro natura fisica e psico spirituale e di conseguenza sviluppano accettazione consapevole e stima di sé, in poche parole si amano, raggiungono più facilmente successo, soddisfazione e senso di completezza in tutte le loro manifestazioni di vita.
Quindi, riconoscere la necessità di amarsi e rispettarsi apprezzandosi e la pratica quotidiana della accettazione e dell'amore di sé, sono la via più sicura, la base su cui costruire una solida vita spirituale, intessuta di pensieri, sentimenti ed emozioni vere, che conduce ad una conoscenza reale e molto soddisfacente delle leggi e del senso della vita con conseguenze dirette sulla propria realizzazione; altrimenti è come costruire castelli di sabbia sulla riva del mare e vivere in una continua illusione di essere.
Ma si deve procedere per gradi: 1) accettarci come siamo fisicamente e il nostro livello culturale, sociale e spirituale con la consapevole determinazione e intento di fare qualcosa per migliorarci; 2) convincerci con fermezza che i cosiddetti difetti non sono altro che alcune nostre caratteristiche che si esprimono non sempre al positivo.
A questo punto però occorre chiarirci a fondo le idee sul modo di valutare noi stessi e in specie su chi può esprimere giudizi validi sul nostro stato di essere e di comportarci: infatti, le qualità che noi abbiamo ed esprimiamo nel vivere quotidiano, sono caratteristiche radicate nel nostro essere (DNA spirituale), sono il bagaglio di vite e vite di esperienze negative e positive, sempre oggetto da parte nostra di rispetto, di analisi e conoscenza per migliorarci, se lo vogliamo.
Se tali peculiarità possono creare difficoltà, conflitti e contrarietà in relazione con il prossimo, allora saremo impegnati in una seria ricerca per stabilire se sono effettivamente le nostre caratteristiche o quelle degli altri a creare nella dinamica dei rapporti interpersonali conflitti e difficoltà; è un lavoro molto sottile che richiede onestà e capacità di controllarsi e valutare obiettivamente il nostro operato.
Però quando facciamo un elenco per avere una visione d'assieme delle nostre doti caratteriali, non dobbiamo lasciarci prendere dall'impulso di giudicarle negativamente: infatti, dietro tali giudizi ci sono condizionamenti sociali, culturali, della moda dei tempi e ciò non deve togliere fiducia ed energia al serio ricercatore di consapevolezza e armonia con se stesso e con gli altri.
Viene spontanea la domanda: - Ma chi ha stabilito e con quale diritto che le misure del fisico femminile debbano essere quelle e proprio quelle pubblicate nelle riviste di moda o altre? (Questo è un problema molto pesante che condiziona il mondo delle adolescenti e oltre di tutti i paesi sviluppati, con gravi conseguenze a tutti i livelli). E chi ha decretato per legge che le prestazioni sessuali di un uomo comune debbano svolgersi secondo i modelli dei film erotici sostenute da determinate misure dell'organo sessuale? (Altro problema con gravi risvolti nei rapporti di coppia)
Se ci si libera da tali condizionamenti, il rapporto con se stessi diventa più positivo, naturale e costruttivo perché si giunge alla conclusione che noi tutti siamo fatti così e così e che i giudizi positivi o negativi sulla nostra più profonda identità dipendono spesso da fattori esterni a noi; solo se riconosciamo la obiettiva necessità di cambiarci in alcuni nostri aspetti del carattere o del fisico, lo dobbiamo fare per soddisfare noi e non per il modo comune di giudicare e valutare.
Allora siamo fatti così e ci dobbiamo amare e difendere permettendo solo a noi di operare i cambiamenti voluti (compito non facile ma possibile); dobbiamo effettuare la trasformazione di noi stessi con le dovute cautele, con il dovuto rispetto e con stima e considerazione, insomma con infinito amore, partendo sempre dalla concreta realtà del nostro essere. (Ci si può aiutare per conoscerci con la numerologia karmica, studio profondo della natura umana)
I sensi di colpa, di incapacità e di inadeguatezza, che ci hanno perseguitato fin da giovanissimi, scompaiono perché ci si accorge che, da un'analisi obiettiva e serena, nascevano da mancanza di amorevole disponibilità e considerazione verso noi stessi, non ci accettavamo o anche da carenza di amore in età infantile e adolescenziale o da rigidezza morale dovuta ad ignoranza di certe regole di comportamento che solo l'esperienza insegna.
Sì, proprio l'esperienza che con gioia e dolore ti fa capire e apprezzare il segreto della crescita. Tale maturazione psicospirituale non avviene così per caso, è sempre conseguenza di eventi e situazioni che stimolano le forze profonde dell'individuo, spesso con sofferenze, paure e mancanza di fiducia e lo spingono a mettersi in gioco e a buttarsi nelle prove e nelle sfide che vissute con consapevolezza fanno capire la via da seguire.
Superata la fase viva della prova vissuta, si capisce che quell'esperienza è servita a far capire una determinata cosa, la giustezza o meno di un certo comportamento, insomma è stata uno scatto di vita, anzi certe persone affermano che proprio nei momenti più difficili di dolore e sofferenza riescono a raggiungere alti livelli di consapevolezza e di profonda stima e accettazione di sé.
In quei momenti ripassano in rassegna gli eventi più importanti della loro esistenza e li inquadrano, direi, in un programma di crescita evolutiva portando rispetto e gratitudine proprio a quelli che li hanno fatti più soffrire, sembrerebbe strano ma il nostro Io profondo sa riconoscere e giudicare persone ed eventi con saggezza e amore.
Durante tale esperienza, cadono il rancore, la rabbia e il risentimento che comunemente si sentono nei confronti della vita e delle persone, nasce nel cuore una serenità e una pace costruttiva che giace e sonnecchia nelle profondità della nostra anima, dovute al fatto che ci sentiamo uniti, fusi e compenetrati nel nostro Io reale, conseguenza di un processo che inizia dall'accettazione diretta di se stessi.
E' doveroso affermare che per giungere a tale serena pace si possono seguire molte vie e tecniche, ce ne sono sul “mercato” moltissime più o meno valide e adatte ai diversi individui, ognuno rettamente intenzionato, troverà la sua. Però occorre affermare con fermezza che è necessario fare esercizi quotidiani come quelli che si consigliano nell'autoterapia, via semplice ma efficace che richiede solo attenzione e costanza nel ripetere determinate formule per sanare, rigenerare e rafforzare aspetti del carattere e del fisico.

Esercizi

Occorre fare una distinzione sul tipo di esercizi da eseguire: se sono di carattere interiore, cioè di rafforzamento e di sviluppo di qualità psicomentali e spirituali, di consapevolezza e di esperienza di dimensioni diverse, ti devi concentrare sull’idea o schema mentale, molto chiari e precisi nei particolari, da realizzare con costanza e determinazione, fino a quando non hai risultati apprezzabili; se, invece, sono di carattere operativo, cioè legati al contesto quotidiano, nel senso che richiedono lo sviluppo di qualità relative ai rapporti relazionali o a situazioni concrete, allora devi sforzarti di controllare e dominare le tue reazioni per realizzare la qualità scelta: l’accettazione consapevole o il rispetto dell’altro, o la comprensione ecc…
Ecco gli esercizi relativi all’accettazione degli aspetti negativi del corpo fisico: 1) guardati con serena obiettività allo specchio con sguardo critico, ma rivolto a riconoscere e ad apprezzare particolari e caratteristiche positive mai prima scoperte del tuo corpo (ce ne sono molti che tu ignori perché male informato), accettali, dapprima compenetrandoli di sentimenti positivi, poi, consapevolmente riconoscili e apprezzali, (ci devi credere fermamente) recitando una formula simile per 15-20 volte: “Mi accetto totalmente riconoscendo e apprezzando tutti quegli aspetti fisici che mi caratterizzano, molto personali e originali”.
Quelli relativi alle qualità interiori: 2) fatti un esame consapevole delle tue potenzialità e qualità positive, dei tuoi limiti e difetti, ma in modo sereno e obiettivo non autodistruttivo e negativo, come spesso accade, per riconoscere specialmente i pregi e per fare leva su di essi al fine di suscitare fiducia e considerazione di te stesso; quindi in uno stato di rilassamento, ripeti 15-20 volte questa formula: “Mi accetto totalmente con rispetto e considerazione, animato dalla volontà di migliorare e potenziare i miei pregi; sono serenamente armonico e equilibrato”.
Quelli relativi al controllo delle reazioni nel contesto quotidiano, (ripeti 15-20 volte): 3) “ Capisco il comportamento di quella persona (nominarla) e l’accetto perché ognuno ha le sue peculiari caratteristiche, come io ho le mie, da comprendere e da rispettare; 4) ”Accetto questa situazione perché mi fa conoscere un aspetto di me, che voglio migliorare”.

Modalità degli esercizi

Un consiglio molto importante (prima di iniziare gli esercizi) da seguire e ricordare è quello di non combattere con la normale ragione sentimenti ed emozioni, forme pensiero e quadri mentali che sorgono durante la recita o l’ascolto delle formule per un semplice motivo: quando si lotta contro un pensiero o un desiderio per sostituirlo con altri, si finisce purtroppo per potenziarli. Pertanto, è consigliabile non opporre alcuna resistenza conscia o inconscia, perché la ripetizione monotona della formula finisce con lo spazzare via ogni interferenza.
Le modalità dell’esercizio sono semplicissime: rilassarsi per alcuni minuti, distesi o seduti, appena svegli o prima di addormentarsi o in altri momenti e ripetere 15-20 volte la formula a memoria o leggerla o ascoltarla registrata con voce calma e suadente.

Alcune formule mirate

Desideriamo fornire al lettore l’elenco delle formule mirate a risolvere i singoli problemi iniziando con una di base mirata a rafforzare o a suscitare l’accettazione e la fiducia in sé come individuo autonomo e indipendente:
1) Mi accetto totalmente nel corpo e nella mente apprezzandomi come sono nei limiti e nei pregi, riconoscendo aspetti positivi e costruttivi; sono animato da grande entusiasmo e volontà di migliorarmi per diventare una persona positiva, attiva e creativa;
e con altre due che mirano ad una disponibilità ed apertura alla forza amore e alle esperienze varie della vita:
2) Espando continuamente ed inesauribilmente la forza Amore aprendomi con generosità altruismo e positività per mia libera scelta a rapporti, situazioni ed eventi anche difficili e conflittuali, senza volere nulla in cambio;
3) Apprezzo intensamente ogni aspetto della mia vita vivendo il presente con la gioia di essere di vivere e di amare e con entusiasmo creativo; sono sempre vivo, pieno di interessi e iniziative.
Ora suggeriamo altre formule mirate a risvegliare una forza interiore tale da creare serenità ed entusiasmo nel pensare e nell’agire e pieno controllo e dominio sulla negatività che il vivere quotidiano suscita continuamente:
4) Accetto consapevolmente e con disponibilità ogni situazione, sviluppando una notevole forza interiore che mi rende sempre nuovo e sereno, consapevole ed efficiente in ogni attimo con entusiasmo dedizione e grande positività;
5) Vado acquistando pieno controllo mentale ed emotivo sullo sperimentare quotidiano vivendo ogni situazione positivamente dando il mio migliore contributo, libero e gioioso.
6) Sviluppo sempre più equilibrio psicofisicomentale, disponibilità totale verso eventi e situazioni, persone e cose che mi danno serenità e suscitano gioiosa partecipazione con atteggiamento libero, creativo e amorevole disinvoltura.

domenica 3 ottobre 2010

Il malessere quotidiano

Blog ottobre 2010


Il malessere quotidiano

Il mattino, quando ci si sveglia, si può provare un certo malessere sia di carattere fisico: dolori diffusi alla cervicale, alle gambe, alla schiena, allo stomaco ….. che di carattere psichico e spirituale, un po' più temibile per le sue ripercussioni sull'equilibrio della persona: incapacità e paura di affrontare problemi, situazioni e rapporti difficili, il male di vivere, disorientamento, confusione, ansia e angoscia accompagnati dalla solita domanda: che devo fare?
Un quadro non molto positivo che sembrerebbe talvolta senza speranza di miglioramento ma purtroppo molto diffuso in questo periodo in cui specie dall'esterno rapporti interpersonali difficili e complicati e mass-media con notizie di situazioni sociali e politiche di casa nostra e internazionali influenzate dal terrorismo, dai disastri ambientali e climatici non fanno altro che influenzare al negativo e condizionare lo stato d'animo delle persone.
Subito una domanda: quale può essere una concausa profonda di tale malessere così diffuso?
Una immediata risposta: mancanza di amore prima verso se stessi e poi verso gli altri.
Infatti, non amare se stessi significa trascurare la parte più sacra e divina di sé, che deve essere conosciuta e accettata, pena la presa in giro di se stessi e lo sforzo inutile di avvicinarsi alla spiritualità e la perdita di reali e concrete energie vitali capaci di aiutare a risolvere i problemi.
Il malessere psicofisico si combatte e si vince molto spesso riconoscendo tutti gli aspetti positivi, pregi e virtù (sono tanti e trascurati) che vanno sviluppati ed esercitati per raggiungere il massimo delle loro potenzialità, ciò significa praticamente rafforzare la propria individualità con la conoscenza, con tutte le tecniche possibili, con tutti i mezzi leciti possibili per rafforzare i propri ego che crescono con la fiducia e la determinazione.
Desidero aprire una piccola parentesi di metodo: se si vogliono raggiungere dei risultati in qualsiasi campo, occorre, almeno al minimo, darsi da fare, mettersi in gioco continuamente, avviare un percorso di prove, esercizi, sfide e ricerca, altrimenti è meglio rinunciare ad una trasformazione di se stessi e dedicarsi con impegno ad interessi normali quotidiani senza grilli in testa.
Il lavoro di rafforzamento dei propri ego è essenziale e basilare, sono le fondamenta in cemento armato dell'edificio del nostro essere che resistono ad ogni scossa sismica.
E' facile constatarlo: ci sono molte persone (io ne conosco) che di fronte a qualsiasi evento anche doloroso reagiscono bene, perché hanno fiducia in sé e fanno funzionare la parte divina (il sé Superiore) che affronta e risolve anche le situazioni più difficili.
Questo potrebbe essere il ragionamento che seguono: “ Caro me stesso, come vedi, io sono fatto così con pregi e difetti, tale è la mia realtà, ad essa non posso sfuggire, però cerco sempre di sfruttare gli aspetti e le energie positive che mi possono permettere, anche nelle situazioni più difficili e disastrose, di mantenere fede a me stesso, di difendere la mia dignità, di riconoscere la mia identità”, tradotto in parole semplici e concrete, significa non abbatterci, riconoscere le nostre specifiche caratteristiche, tutte positive e negative, sforzarci di usarle per risolvere i problemi concreti, pratici che si presentano quotidianamente.
In tale maniera vengono rimossi particolarmente i sensi di colpa, i rimorsi, il senso di non essere all'altezza delle situazioni, sentimenti che avvelenano la psiche.
E' questo il momento dell'accettazione amorevole di noi stessi, quando di fronte all'analisi della nostra vita, balzano chiari tutti i momenti in cui siamo stati così, abbiamo pensato così, abbiamo agito così, con conseguenze evidenti ma abbiamo la certezza di aver fatto certe esperienze; tutte ci hanno condotto dove siamo ora materialmente e spiritualmente, così doveva essere ma guai a sentirci colpevoli o manchevoli anzi dovremmo essere grati al karma che ci ha fatto soffrire e gioire per farci capire il senso della nostra vita, sì, prima della nostra poi dell'esistenza in genere.
Come faremmo altrimenti a raggiungere e apprezzare la serena soddisfazione che solo l'equilibrio e il coraggio, il rispetto, l'accettazione e il perdono di sé e degli altri e lo scioglimento del senso di colpa possono dare?
Occorre capire bene una volta per tutte che quando soffriamo dolori anche fisici
e malessere psicospirituale, è importante sforzarsi di trasformare, all'inizio d'istinto, poi con consapevolezza, lo stato negativo e pesante nel suo opposto positivo, leggero e costruttivo; bisogna fare tale operazione, se no siamo sempre daccapo.
A tale esortazione e consiglio ci sono persone e sono molte, che rispondono: “Ma dove posso trovare la forza, perché di energia psicofisica si tratta, per operare tale cambiamento?”.
La risposta è immediata:” Ci sono mille risorse, mille tecniche, mille modi per suscitarla”: la fiducia in sé, la fede profonda e incrollabile nella positività della vita, l'accettazione e il perdono, l'amore altruistico, la creatività, le terapie psicomentali, la preghiera-telementazione, la coscienza dell'IO SONO........purché ci sia la scelta e la volontà di fare qualcosa, poi la coscienza risvegliata sarà la guida sicura.
E' giunto il momento, è nell'aria da diverso tempo, in cui tutti avvertono che occorre fare uno sforzo, seguire una strada, condividere tentativi di soluzioni comuni, quindi rimbocchiamoci le maniche e con piena consapevolezza diamo il via al processo di trasformazione; non esistono se o ma, perché la posta in gioco è troppo alta: liberarsi dalla paura, dall'ansia,dall'insoddisfazione e dallo sgomento che la società in cui viviamo suscita con le sue imposizioni e la sua logica, quella consumistica: una situazione mi porta guadagno? Allora è positiva, non mi porta vantaggi materiali o morali? Allora è negativa. Chi me lo fa fare a sforzarmi per risultai incerti?
Quindi, liberarsi da tale mentalità è lo sforzo più significativo e risolutore, perché, ripeto; l'esperienza è il mezzo per crescere e maturare, accettarla è giusto, stabilire poi se è negativa o positiva è il passo successivo e solo noi possiamo definirla in rapporto alle possibilità di crescita evolutiva.
Il consiglio più concreto che nasce da tale chiacchierata, sperimentato diverse volte da me e da altre persone intenzionate a guarire da simile “malattia”, è quello di provare, provare e riprovare fino a quando non si ottiene un “minimissimo” risultato che funge da lievito, perché il malessere può essere psicosomatico e quindi guaribile, purché ci sia un minimo di volontà, nulla viene regalato, tutto va conquistato con sacrificio e sforzo. Il cielo non regala più i suoi doni, ce li dobbiamo conquistare noi con i nostri sforzi e sacrifici ed anche con grande gioia.

Una breve nota personale: ho iniziato a scrivere questo articolo con forti diffusi dolori alle gambe, ebbene, alla fine mi sono sentito vivo e arzillo come un grillo, suggestione? Non credo, sono troppo vecchio ed esperto per cadere in qualsiasi trappola.....


P.S.
Parlando di tale problema con diverse persone intenzionate ad operare in sé cambiamenti profondi e quindi a percorrere il sentiero della consapevolezza, mi sono accorto che tutte arrivano alla scelta di lavorare su se stesse e al quadro abbastanza chiaro dei pregi e difetti su cui operare ma a quasi tutte manca la forza che aiuta, sostiene e crea entusiasmo.
Allora sorge spontanea la domanda:- Come faccio ad ottenerla?
Per rispondere concretamente occorre aprire la parentesi dell'intervento esterno di aiuto, cioè ricorrere con la preghiera-invocazione ad entità altissime che attendono di essere invocate da chi desidera migliorarsi per intervenire e intervengono talvolta miracolosamente: angelo custode, Cristiano Rosacroce, Michele Arcangelo (il più adatto, secondo la tradizione esoterica cristica) e/o altre entità di altre religioni o tradizioni.
Io mi permetto di suggerire una invocazione che a me dà moltissimo.

Michele Arcangelo, ministro della giustizia e dell'amore divini, ti invoco
con umiltà e devozione: Sii costantemente presente nel mio cuore e nella mia mente con la tua infinita luce di verità e amore; aiutami a capire e a
realizzare i processi spirituali che mi aprono all'energia di bellezza
giustizia e amore, base di una vita gioiosa e serena, consapevole e fattiva;
accendi nel mio cuore la fiamma della condivisione, dell'accettazione e del perdono totale di me stesso e degli altri; fa' che ogni momento della mia giornata sia un'occasione di creare e spandere l'amore, la libertà, il rispetto e la verità con entusiasmo e gioia.
Arcangelo Michele, guidami, illuminami e sostienimi con la tua infinita energia di luce e amore durante il lavoro su me stesso e dammi la forza......
Padre nostro.........

lunedì 6 settembre 2010

Blog settembre 2010

COSCIENZA UNITARIA

E' molto forte la necessità di sentirsi uniti “al tutto”, nei pensieri, nei sentimenti ed emozioni, perché ci si accorge che l'individuo nella sua personale autonomia, indipendenza e libertà non soddisfa più completamente il desiderio di unione e collaborazione con la natura e con i suoi simili, anzi se non si controlla, se ne allontana sempre più.
Esso non riesce a costruire una comunità senza limiti di razza, di religione, di ceto e di cultura tale da garantire ad ogni essere umano la libera appartenenza al pianeta terra, insieme di natura e umanità, nel pieno rispetto e stima totale reciproca.
Le vie per raggiungere questo ideale così alto di unione con “il tutto” sono infinite, tante quante sono gli esseri umani che le percorrono ma è opportuno subito segnare alcune linee direzionali comuni utili a facilitare tale percorso.
La coscienza unitaria per affermarsi deve essere conosciuta almeno in alcune caratteristiche essenziali che servono a orientare e focalizzare tutta l'energia individuale, mentale ed emozionale al suo raggiungimento.
E' un lavoro particolarmente sottile e fine, dapprima a livello di pensiero, poi a livello emozionale.
Nell'attività pensante ci si dovrebbe innanzitutto familiarizzare con il pensiero altruistico, ciò non significa che si debba soffocare l'egoismo, l'attenzione cioè all'insieme degli interessi, dei bisogni, della convenienza e del vantaggio personali; anzi più è forte il sano senso egoico, la considerazione di essere il centro di ogni relazione e di subordinare a se stesso ogni valutazione della realtà, se subentra il pensiero che esiste anche l'altro con gli stessi problemi e interessi, allora più forte può scattare la tendenza altruistica, il piacere di aiutare, di condividere, la generosità magnanima che avvicina e unisce due livelli evolutivi o sociali, culturali molto distanti tra loro, come l'evoluto e il non evoluto, chi è colto e l'ignorante ….
Ciò è possibile, per esempio, sia sul piano psico spirituale con la trasmissione di energie mentali-vitali a chi ha bisogno attraverso la telementazione-preghiera o con consigli saggi e pertinenti o con l'ascolto disponibile delle sue vicende e problemi personali, sia sul piano materiale con aiuti concreti o ancora con il mettere a disposizione la propria esperienza in un determinato campo senza alcun interesse personale.
Tale forma molto importante di altruismo è possibile quando l'individuo è abbastanza forte, supera controlla e sublima i suoi Ego personali: più è energico e risoluto, maggiori possibilità ha di aiutare ( la domanda successiva è: come si diventa forti energici e risoluti? Fiducia, fede, conoscenza ed entusiasmo).
Se c'è disponibilità verso il prossimo, spessissimo cadono dubbi, rabbie e intolleranze, subentra la condivisione, prima importante manifestazione di Amore. Anche nella difficile e infuocata materia dei rapporti interpersonali è possibile, anzi doveroso, inserire nella corrente dei pensieri il rispetto, la considerazione e l'apprezzamento dell'altro, perché, quando si parla, si ha a che fare con una persona, scatta spontaneamente la critica, il giudizio cattivo, la rivalità, l'insofferenza e l'intolleranza, è troppo umano, prevale, se non si è evoluti, l'egocentrismo:Io sono al centro della realtà, tutto deve passare attraverso di me, attraverso la mia valutazione, quello che penso e dico io è la pura e unica verità.
Non è esagerato affermare ciò perché la vita quotidiana in tutti campi ne è testimonianza: conflitti, liti, rabbia e intolleranza ne sono alcuni effetti.
E' sciocco e indice di scarsa sensibilità e intelligenza lasciarsi afferrare dalla logica della critica troppo personale al comportamento e soprattutto al valore di una persona, cioè proiettare all'altro, che ci fa da specchio, tutti i nostri limiti, difetti delusioni e sofferenze.
Ogni individuo è un mondo a sé con le sue leggi e la sua logica, il suo valore e la sua libertà; non sforzarsi di capire con rispetto il diverso da noi, non è di persona evoluta, attenta alla diversità e unicità dell'individuo, fonte di ricchezza, di novità e curiosità intellettuale e spirituale.
Chi ha o ha avuto esperienza di insegnante, sa quanto deve alla diversità caratteriale dei suoi alunni se i suoi orizzonti spirituali e culturali sono ampi e svariati, ricchi ed eterogenei proprio per la infinita molteplicità dei caratteri e quindi dei comportamenti dei suoi ragazzi. Figuriamoci quando si è a contatto con adulti che portano la loro esperienza, la loro preparazione e direi, la loro umana unicità.
Che costa apprezzare anche la persona più antipatica e scostante, se poi obiettivamente esprime qualcosa di nuovo, interessante e vivo nei suoi interventi in merito ad un problema o a una questione? L'apprezzamento non è indispensabile esternarlo alla persona in oggetto, se si pensa che possa creare problemi avvicinandola, è sufficiente sviluppare dentro di sé stima e rispetto, così si rafforzano le energie positive che si espandono nella realtà circostante creando un nuovo modo di valutare e giudicare impersonalmente e serenamente. Se si fa qualche prova quotidiana di stima e apprezzamento di qualcuno, specie antipatico, di riflesso si rafforza anche la stima per se stessi.
E' un passo notevole verso l'acquisizione della coscienza unitaria che abbatte ogni differenza, separazione e disunione, essa permette di riconoscere e sperimentare la condivisione di vita con gli altri, con il prossimo senza chiusure, pregiudizi, preconcetti o danni.
Cosa significa ciò? Noi tutti siamo martellati da mille desideri, la vita quotidiana specie con gli esempi diffusi dai mass-media ci suscita brame, aspirazioni impossibili, smanie e fantasie che, vissute e subite non consapevolmente, ci separano da noi stessi e dalle cose cui tendiamo, ci creano inganni, rabbie e insofferenze; se non riusciamo ad ottenere certe cose materiali o spirituali, ci sentiamo male, può nascere l'invidia per chi ce le ha e rivalità, che sono come un velo oscuro sulla nostra anima e ottenebrano la coscienza.
Se invece ci sforziamo di condividere con chi vogliamo noi ciò che abbiamo, certo di condivisibile, specie a livello di pensieri, sentimenti ed emozioni, scatta subito la coscienza di unione. Esempio: a me capita molto spesso di sentire e vedere diverse persone gioire e soffrire per le loro vicende personali; io, specie se sono un po' giù di tono, mi sforzo di immedesimarmi nei loro amori, avventure e vicissitudini e anche nelle loro delusioni, rabbie e sofferenze.
E' una esperienza molto efficace perché rompe l'involucro spesso troppo stretto della personalità, tira fuori ciò che sonnecchia nel profondo degli Ego, “il doppio” che ha parecchie assomiglianze con quello degli altri ma soprattutto mi fa partecipare accettando ogni situazione con spirito positivo alle vicende altrui anche senza preconcetti e pregiudizi.
Io dopo tale tipo di esperienza mi sento più aperto e pronto a sviluppare una coscienza unitaria cosmica, mi sembra di appartenere all'universo intero, non sono parole che riempiono la bocca ma rappresentano una reale compartecipazione e condivisione di esperienze con l'altro; provare per credere!!
I problemi si ridimensionano, assumono la giusta prospettiva e spesso perdono il dolore acuto della puntura, anzi può nascere la spinta e la determinazione ad aiutare e sostenere l'altro, si prova piacere, specie chi non ha interessi e stimoli molto forti e impegni e responsabilità condizionanti, come se insieme le prove, le sfide e gli ostacoli si suddividessero alleggerendone il peso.
Nascono coscienza di unione, senso di partecipazione e perché no? Volontà di dedicarsi al bene del prossimo ( naturalmente in quelle persone che hanno nel proprio DNA spirituale la tendenza ad interessarsi dei problemi altrui). Per rifinire il quadro della coscienza unitaria, armonica e “fraterna” si possono aggiungere ancora altre caratteristiche: quando si è abbastanza allenati, la soddisfazione di essere utili con i nostri consigli, aiuti e partecipazione, la disponibilità totale senza interessi personali, sono tutte qualità che la vita quotidiana stimola ad esercitare, quante occasioni capitano!!
Basterebbe mettersi “ a tavolino” la mattina prima di iniziare la vita di relazione per programmare quale delle qualità sopraelencate esercitare e sviluppare.
Non finirò mai di esortare le persone (ma prima ancora me stesso) a mettere in pratica tali conoscenze e a provare gratificazione se riescono.
La linea che passa attraverso la pratica e lo sviluppo della coscienza unitaria è molto efficace anche perché contemporaneamente ha effetti di trasformazione “sul lato oscuro” della nostra personalità, cioè “il doppio” (vedi blog ott. Nov. 2008 su http:// ramponimario.blogspot.com) che condensa tutti i difetti, limiti e carenze ma anche virtù, potenzialità e aspetti positivi su cui possiamo fare affidamento per iniziare l'opera di trasformazione.
Alla coscienza unitaria-cosmica, fa resistenza, si oppone la coscienza individuale sede naturale dell'egoismo che occorre conoscere nelle sue sfumature più sottili e radicate; sono esse che sonnecchiano nelle profondità dell'essere e suggeriscono comportamenti e atteggiamenti discutibili.
Allora, quando decidiamo di agire altruisticamente è chiaro che l'egoismo viene attaccato e superato e con esso gli aspetti più duri della coscienza individuale: da quale forza? Cosa incarna la coscienza unitaria? L 'AMORE, quel tipo di amore che fa agire l'individuo senza interessi personali, senza pretendere nulla in cambio ma unisce, cementa i singoli individui con tutto il loro vissuto (chiaro e scuro) in comuni aspirazioni all'armonia, all'equilibrio attraverso l'accettazione e la comprensione rispettosa delle diversità.
L'ideale che si fa sempre più strada nelle coscienze è proprio la unicità nella diversità.
Ribadisco con forza, è un ideale che può essere realizzato quotidianamente, purché si capisca che la vita ci è data quasi esclusivamente per esercitarci attualmente a concretizzare tale ideale, naturalmente questo è un discorso che comprendono particolarmente quelle persone che sono predisposte per questo programma evolutivo (chissà da quante vite precedenti hanno lavorato in tale direzione!!), vedi numerologia.
Comunque a questo punto è opportuno elencare quegli aspetti “oscuri” che ostacolano la coscienza nel suo cammino verso la consapevolezza; è molto saggio osservarli con lo sguardo della mente perché essi sono il punto di partenza per un lavoro interiore di trasformazione. Sia chiaro una volta per tutte: non si devono soffocare o estirpare violentemente i lati oscuri dei nostri Ego ma capire e guidare con lo stesso atteggiamento del maestro paziente e oculato verso l'alunno talvolta disubbidiente ribelle e trasgressivo.
I “lati oscuri” possono sintetizzarsi in una sola parola: egocentrismo.
Molto importante!! Più è forte, meglio è, mi spiego: l'egocentrismo è la misura della nostra realtà, quindi è il sentimento della nostra identità, individualismo, se è molto sviluppato può portare due effetti: il primo negativo, può essere causa di presuntuosità, di eccessivo orgoglio, quindi intolleranza, rabbia e difficoltà di accettarsi e integrarsi; e ancora è la base della critica cattiva contro gli altri, i loro atteggiamenti e comportamenti, del senso di rivalità e intolleranza, diciamo che sono veramente i lati oscuri della personalità umana, la causa profonda di ogni malessere individuale e sociale che tutte le religioni, le filosofie, le discipline spirituali cercano in tutti i modi di trasformare positivamente.
Il secondo effetto: perché è meglio che il senso dell'Ego sia forte? Perché più si cade in basso, più per reazione si sale in alto, questa è la semplice legge fisica dell'effetto elastico valida anche psicospiritualmente. C'è una profonda ragione, più le esperienze sono dolorose, dure soffocanti e avvilenti, maggiore è la reazione opposta: la ricerca ad ogni costo di superare il dolore con la serenità, l'armonia, il bene, in sostanza con lo sviluppo della coscienza unitaria riflesso speculare al positivo.
Chi vuole vivere senza problemi scartando, rimandando o evitando ostacoli e difficoltà superabili con un po' di coraggio, consapevolezza e accettazione, si troverà poi male perché vivrà nella paura e soprattutto si lascerà sfuggire quelle occasioni che si è attirato lui per karma proprio per crescere e maturare, rischierà di diventare così un ignavo, un pavido o al limite di lasciarsi coinvolgere da distrazioni pericolose: droga, sesso, alcool ….
Quindi, per concludere in maniera concreta, è sufficiente quotidianamente con entusiasmo, intenzione e determinazione sforzarci di superare quella tale prova o sfida che possiamo imporci di nostra volontà per affermare l'altruismo cioè essere benevoli, disponibili, ben disposti e talvolta non troppo coinvolti nei nostri interessi e non sempre “incazzati”, rabbiosi, intolleranti, critici cattivi e acidi.
La vita in fin dei conti è una scuola dove si impara il rispetto, la collaborazione e l'apprezzamento o stima per sé e per gli altri e il senso di appartenenza “al tutto”, parecchi lo avvertono, lo vivono e sono felici, ma tutti lo dovremmo provare!!!


P.S.
C'è da fare una riflessione molto importante per capire a quali influssi ostacolatori siamo sottoposti a nostra insaputa quando ricerchiamo la via maestra per noi adatta a risolvere i nostri problemi esistenziali evolutivi.
Sì, perché “il mercato” offre decine e decine di tecniche presentate per via mediatica a lettori e probabili fruitori in seminari, incontri, sedute.......tecniche che sostanzialmente promettono risultati efficaci nella purificazione della mente e nell'accensione delle emozioni, mente e cuore, i due motori di ogni trasformazione interiore.
Sono presentate con parole e immagini altamente persuasive in specie da “guru” di fama nazionale, internazionale, americani, europei e asiatici (ci vorrebbe una pagina intera per elencarne i nomi) che, dietro il pagamento di una certa cifra sempre abbastanza alta, garantiscono effetti immediati sulla cancellazione degli effetti karmici di vite, sull'acquisizione di poteri mentali di controllo e telementazione, sulla guarigione psicofisicospirituale, tutti effetti meravigliosi, magici!!!
Alcuni sono reali senza dubbio,ma non risolutivi di certe problematiche karmiche più profonde che richiedono attenzione, lunga pratica nel tempo, umiltà e costanza sostenute dalla conoscenza degli Ego psicologici e delle forze ostacolatrici, Arimane e Lucifero, che causano malattie, malesseri, conflitti..
Con ciò voglio dire che per ottenere una reale trasformazione di noi stessi e la realizzazione concreta del nostro programma evolutivo, dobbiamo rimboccarci le maniche, affrontare la quotidianità con umiltà e pazienza, entusiasmo e consapevolezza che la mentalità consumistica vuole raggiungere effetti immediati, poteri e conoscenze, in rapporto al prezzo che si paga ma non garantisce a livello spirituale.
Il discorso che giustifica tale comportamento può essere il seguente: “Se il guru si fa pagare una cifra considerevole, il prodotto sarà sicuramente molto valido ed efficace, io ho soldi e desiderio di acquisire potere e conoscenza, quindi pago frequento e il gioco è fatto”.
Io chiedo sempre i risultati a chi ha frequentato seminari e corsi, subito e dopo un po' di tempo: le risposte nell'immediato sono entusiasmanti ma dopo qualche tempo i problemi sono sempre gli stessi; allora è il caso di dire che se non si imbocca la strada in salita della conoscenza di sé e della energia semplice che va usata con umiltà costanza e grande fiducia ed entusiasmo senza delegare ad altri la responsabilità e il peso del lavoro di cambiamento, i risultati non sono efficaci e duraturi.
I suggerimenti per sviluppare la coscienza unitaria sono semplici, non costano nulla, non richiedono la frequenza dipendente di un guru, ma solo un minimo di volontà, di entusiasmo e convinzione e il gioco, impegnativo e divertente, è fatto, tempo e costanza ed esercizio fanno il resto.

mercoledì 7 luglio 2010

blog luglio 2010

Blog luglio 2010
Riflessioni su una pagina di Stazione Celeste (pubblicata il 31.05.2010)
Avviso ai lettori: la pubblicazione del blog sarà ripresa i primi di settembre, buone vacanze e buono studio!!!!
Nella mia consueta lettura di alcune pagine di Stazione Celeste, come di altri libri e siti interessanti per me ricercatore sempre aggiornato, ho constatato che nella pagina di apertura del messaggio relativo al materiale della settimana 23/30 maggio c'era un riferimento molto preciso e circostanziato ad un fenomeno anomalo accaduto il 25 martedì “ quando i sismografi di tutto il mondo si sono messi a registrare un segnale coerente tra loro; in sostanza i sismografi sparsi in tutto il pianeta hanno disegnato dei grafici molto simili tra loro, come se delle scosse di alta frequenza si fossero propagate simultaneamente su tutto il pianeta ma non percepite consciamente dall'uomo”.
Un ricercatore e canale spirituale norvegese Ananda Bosman sostiene che tale fenomeno è generato dai raggi cosmici che investono il pianeta e che fanno parte di quel processo di trasformazione che ci sta portando verso un nuovo mondo/universo, verso una nuova realtà che parecchie persone sensibili già avvertono da diverso tempo. Il fenomeno si è protratto fino a venerdì 28, (ci sono nel sito delle rilevazioni sismiche relative a venerdì sera) e sabato alle 15,30 il fenomeno era totalmente esaurito. ( Entrando nel sito www. stazione celeste.it del 31.5 si trovano tutti i riferimenti alle pagine web che contengono le rilevazioni sismiche e altre informazioni di carattere scientifico molto interessanti sulla velocità di spostamento del polo magnetico terrestre).
Da quanto ho capito, esiste una correlazione tra l'attività magnetica del sole, i raggi cosmici, che investono il pianeta e le attività sismiche, vulcaniche e i cambiamenti climatici, non sono novità scientifiche ma servono a spiegare certi fenomeni a livello psicofisico umano piuttosto comuni questi giorni e presenti già da qualche tempo nelle persone che hanno una certa sensibilità a quanto avviene nel cosmo di cui facciamo parte integrante in maniera sempre più evidente.
Il 2010 è un anno in cui la terra non smette di tremare (il numero di sismi avvenuti nei primi mesi dell'anno è già superiore a quelli avvenuti in tutto il 2009), le eruzioni vulcaniche (vedi il vulcano islandese e alcuni del Centro America) sono frequenti e ciò significa che la terra sta subendo un processo di trasformazione e di assestamento; quindi, è lecito pensare che anche i nostri corpi si debbano trasformare e adeguare ai nuovi ritmi.
Infatti, il curatore del sito, Pietro, racconta che in quei giorni del fenomeno sismico planetario, si è sentito male e molti altri lettori hanno dato vita ad una rubrica di news-letter molto nutrita di osservazioni e commenti sul proprio stato di salute psicofisico e spirituale, io ne sintetizzo alcuni aspetti: vuoti di memoria, stato confusionale generalizzato, debolezza, insonnia, sogni strani, cambiamenti frequenti di umore, pesantezza e difficoltà a muoversi velocemente e cose strane come manifestazioni di certi poteri di telepatia, di preveggenza ecc...
Anche io, leggendo l'articolo di Stazione Celeste, ho riflettuto molto sul mio stato psicofisico e spirituale e ho notato con serena obiettività, in quei giorni e anche prima, che mi capitava di vivere esperienze inusuali improntate a forte negatività, pessimismo, sogni strani, pesantezza psicofisico...
Allora mi sono chiesto cosa fare in tali situazioni specie di carattere psicospirituale, mi sono risposto: è importante e indispensabile per me rafforzare sempre più lo stretto legame con me stesso, la fiducia, la fede profonda in ciò che credo, la positività, la genuinità delle emozioni e la gioia di vivere; infatti, ritengo che la mossa vincente sia reagire interiormente affermando gli aspetti positivi gioiosi della esistenza; non significa che ci si debba estraniare dalla concretezza dei doveri quotidiani ma spingersi ad apprezzare la bellezza delle cose semplici, le emozioni genuine e spontanee che si possono provare in ogni attimo della giornata, purché si tengano molto ben aperti gli occhi.
Le notizie catastrofiche, che si sentono in tv e si leggono sui giornali hanno soffocato il naturale impulso a sorridere a cantare e a cogliere il lato piacevole e fanciullesco di tutte le situazioni quotidiane (salvo naturalmente quelle effettivamente gravi e dolorose) che dispongono il nostro animo a vivere con serena consapevolezza e positività.
Non è vero che la vita umana sia, in senso assoluto, sempre pesante e difficile, monotona e fastidiosa, piena di dolori e sofferenze gratuite, è sufficiente cambiare frequenza di pensieri per vedere le cose nella loro reale e positiva natura. Un mio maestro di vita, quando ero ancora adolescente e mi lamentavo della monotonia e ripetitività e qualche sofferenza della mia ancora semplice esistenza, mi diceva, con un sorriso benevolo:”Cambia frequenza (stazione radio), sintonizzati su “stazione rosa” e vedrai le cose con altro spirito e con soddisfazione, anche se vivi nella sofferenza, acuisci bene lo sguardo e vedrai cose nuove e buone che sfuggono ai più, distratti e insensibili”.
Proprio in quei giorni di strane sensazioni dovute alle scosse sismiche planetarie, pur non sapendo ancora del fenomeno in atto, ho reagito d'istinto: ho ascoltato della buona musica classica, Mozart e Vivaldi (i miei preferiti), sono andato al cinema a vedere due film piacevoli e ricchi di emozioni e ho programmato nella mia mente progetti futuri molto impegnativi e soddisfacenti che vivo con entusiasmo.
I momenti difficili e pesanti cerco sempre di superarli recitando formule adatte e preghiere-telementazioni. Sono dell'idea che occorre sempre affermare la propria forza interiore, non importano i risultati, valgono gli sforzi e le intenzioni supportate da pensieri positivi, sono questi che ci collegano al cosmo-luce, energia positiva.
Di questi tempi si ha l'impressione di combattere una battaglia contro fantasmi che deformano la realtà, sono immagini mentali suscitate dalle paure, dalle ansie e dalle angosce alimentate dai mass-media, sì, perché siamo continuamente bombardati da messaggi di morte, di guerre, di disastri ecologici, di lotte sociali e politiche, di atti inconsulti contro le persone...
E' giusto e necessario per vivere in un normale stato di equilibrio e consapevolezza, affermare intenzionalmente la propria identità, la propria energia psicofisica e spirituale; come?? ognuno deve sforzarsi di trovare il proprio modo personale, la propria espressione.
Non è più possibile essere passivi e dire: “Le cose passano, come vengono, se ne vanno”, bisogna essere attivi, determinati e pieni di entusiasmo con il preciso obiettivo di non lasciarsi condizionare dagli schemi di pensiero e dai comportamenti usuali: “ tutto va male, tutti sono cattivi, il male è diffuso ovunque, ognuno pensa a se stesso, non dare fiducia e ascolto a chi ti si rivolge perché malintenzionato …......
Non è vero, ai mass-media sfuggono, per un disegno perverso nascosto, le notizie positive: il volontariato è in continuo aumento, moltissime persone fanno del bene, non c'è bisogno di andarle a cercare perché sono intorno a noi, molte altre diffondono esempi e messaggi di verità, di luce e positività che riscaldano il cuore. La positività c'è e si tocca con mano, se si vuole; la negatività è più diffusa perché incontra gente pigra e impreparata, noi non vogliamo far parte di tale schiera molto numerosa, ma essere, nei nostri limiti e possibilità, padroni del nostro presente e quindi futuro sforzandoci di costruirlo con umiltà ma forte determinazione; sono necessari alcuni strumenti: pensiero positivo, emozioni genuine, volontà di liberarci dai consueti schemi mentali e voglia di vivere e amare. Buon lavoro, specie in questa stagione che tende ad offuscare il sano vivere quotidiano con evasioni e pigrizia!!

giovedì 3 giugno 2010

Blog giugno 2010
La consapevolezza e le emozioni
Si sente sempre più forte la necessità di usare nelle vicende quotidiane, per vivere al meglio, la consapevolezza e le emozioni, la ragione e il sentimento; voglio portare un esempio pratico per dimostrare le loro funzioni: ammettiamo che io stia vivendo una situazione molto pesante e travolgente, la mancanza di lavoro e di conseguenza l’impossibilità di pagare bollette varie e quindi restrizioni avvilenti sul tipo di vita da vivere.
In tale situazione quali sono le reali funzioni che posso svolgere per riconquistare un senso di equilibrio, di sicurezza e vorrei dire di accettazione tale da farmi vivere gli eventi quotidiani con un minimo di tranquillità?
Innanzitutto dovrò usare la consapevolezza, la ragione, questa svolge la funzione primaria di inquadrare il problema, la situazione, di riconoscerne i termini, le forze in gioco in quella precisa e concreta circostanza, è come un faro che illumina nel profondo tutti i recessi in cui si nascondono le insidie che creano ostacoli e difficoltà. Quando mi soffermo a riflettere per capire, è il momento yin, cioè l’occasione per mettere a frutto tutta l’esperienza acquisita, l’acume dell’intelletto, le capacità di analisi, le conoscenze apprese, in sostanza tutto ciò che “la testa” mi può dare e senza cui non potrei indirizzare gli sforzi per risolvere il problema.
Ma l’esperienza più mortificante è che, nonostante io riesca ad accendere la luce sulla situazione, il senso di sofferenza e di fastidio, le paure e le ansie non passano: quando si avvicina il termine di pagamento delle bollette, se non ci sono i soldi, la paura, la rabbia e la stizza crescono in me anche con l’analisi più illuminante; manca qualcosa che renda sostenibile una situazione, quella situazione. Che cosa è? Sicuramente non è la risposta di “testa”, è qualcos’altro che deve subentrare nel mio subconscio e che condizionerà il conscio.
Per dare una risposta valida, ricordo una storia vera raccontatami da persone che l'hanno vissuta insieme con un personaggio storico, Don Luigi Orione, fondatore della Casa della Piccola Opera della Divina Provvidenza a Tortona che ha operato a favore dei fanciulli mutilati e invalidi per le vicende delle due guerre mondiali e continua la sua opera nelle missioni nel 3° mondo, specie in Brasile. Io ho insegnato diversi anni in una scuola gestita dai suoi diretti collaboratori che mi raccontavano molti episodi della vita del Santo vissuti insieme; tutti si trovavano coinvolti perché partecipavano alla costruzione della casa Madre a Tortona e quasi sempre don Orione, poco prima della scadenza di pagamenti a fornitori e alle maestranze, non aveva denaro per pagare, allora il suo comportamento era il seguente: faceva un atto di fede cioè si affidava alla Provvidenza che lo aiutasse. Immancabilmente ogni volta arrivava qualche persona che donava alla “casa” il denaro necessario per saldare quei debiti che erano serviti, in realtà, a fare del bene ai poveri, diseredati, bambini e altri.
L'atto di fede nasce dal cuore non dalla mente : è una emozione intensa che trascina, che riscalda l'animo, rende le cose più accettabili, apre orizzonti più vasti e dà una serena sensazione di vita. Attenzione!!! L'atto di fede non è assolutamente un atteggiamento soltanto “religioso”, è un movimento e un gesto del cuore che accende emozioni, calore e immette magicamente nel flusso dell'energia di amore universale. Provare per credere!!
Potrei raccontare moltissimi esempi anche della mia vita e della mia famiglia nei tempi bui della ultima guerra mondiale, quando non c'era da mangiare letteralmente ma credevamo con fede intensamente che non saremmo morti di fame, veniva sempre qualcuno a casa nostra a portarcelo: è un periodo triste da ricordare ma molto educativo che io non posso dimenticare.
Molti potrebbero fare delle obiezioni e contraddire ciò che ho appena esposto dicendo che loro in qualche situazione con un atto di fede non hanno ottenuto ciò che desideravano; può essere vero ma per una ragione che io ho ampiamente sperimentato: infatti, ho notato che c'è differenza fra il desiderare un qualcosa per puro scopo personale ed egoistico, magari per non provare la paura del bisogno, l'ansia di non riuscire a mantenere un tono di vita, e un qualcosa che attraverso di noi va a vantaggio anche di altri. Quando, ad esempio, è implicato nella ricerca di guadagno un ego personale che vuole essere soddisfatto per apparire o per ottenere cose superflue, c'è più fatica a procurarselo e maggiore è il rischio e la delusione e forse anche la stizza per non essere riusciti ad ottenerlo, ma quando il denaro guadagnato serve per garantirti una vita semplice che ti permetta di lavorare non solo per te stesso ma anche a servizio del prossimo, la situazione è diversa, ci sarà sempre un qualcosa che ti permetterà di superare difficoltà e ostacoli, chiamalo pure angelo o spirito benevolo.
Voglio con ciò dire che il bene materiale o spirituale va sempre condiviso. Non è saggio considerarlo di proprietà personale per scopi del tutto egoistici.
Ritengo che se si dovesse vivere una condizione di vita chiusa in se stessa senza possibilità di scambio e condivisione, la legge dell'amore universale colpirebbe per far capire che non ci deve essere speculazione o accumulo di beni ma soltanto uso a beneficio di tutti; non è uno strano moralismo ma un aspetto importante della nuova energia che fluttua, vibra e, se si tenta di bloccarla, reagisce.
Ma la legge della consapevolezza e dell'emozione funziona molto più palesemente ed efficacemente a livello psichico specialmente quando una persona è depressa, cioè sperimenta il senso di vuoto, la noia, la mancanza di stimoli e interessi e in particolare la spinta ad uscire dal suo piccolo guscio del suo ego personale. Mi spiego: può arrivare un momento della propria esistenza in cui anche per un basso livello energetico psicofisicomentale si sperimenta lo spegnimento dell'essere, come una morte interiore che blocca qualsiasi contatto con l'esterno e rallenta fino quasi a paralizzare le più importanti funzioni vitali: ecco l'insorgere di malattie psicosomatiche strane e spesso difficili da curare solo medicalmente.
Ebbene, si potrebbero applicare in tale caso la consapevolezza e l'emozione. Come? Occorre essere molto sinceri nell'analisi dei propri sintomi, vederli con sano e obiettivo senso critico per valutarli nella loro reale natura, la consapevolezza; a questo punto si è fatto un 50% del lavoro necessario ad uscire dalla crisi, poi occorre l'altra metà del lavoro: l'emozione del cuore che spinge a trovare in se stessi una sorgente-risorsa di energie che ci esorta a partecipare con gli altri ai fatti della vita.
Se una persona depressa si occupasse dei problemi degli altri concretamente condividendo gioie e dolori, responsabilità e riconoscimenti, uscirebbe presto dal suo circolo vizioso e acquisirebbe subito una nuova visione di vita.
E' successo spesso che persone depresse una volta dedite al volontariato siano guarite come per miracolo!! Se la depressione la si cura solo medicalmente spesso non guarisce perché si rimane prigionieri della propria visione e aspettativa egoistica: voler ritornare a stare bene per puro desiderio egoistico di sentirsi a proprio agio, per appagare l'ego forte che ama vedersi sano, potenzialmente capace di fare tutto ciò che vuole senza riciclare le proprie energie e consumandole solo per scopi del tutto personali.
Se, invece, si entra nella logica di mettere a servizio della vita intorno a noi le nostre riconquistate energie, avviene il miracolo della guarigione.
Per capire meglio, è necessario provare ad aprirsi all'energia che scorre, fluttua, non si ferma mai, è di tutti, è universale, si avverte nell'emozione del cuore anche di fronte alle cose più semplici della vita.
Oggi è una necessità impellente e reale quella di provare emozioni sane e sincere anche rispetto alle verità più profonde che la conoscenza esoterica, la scienza, la religione, l'arte e tutte le manifestazioni della creatività umana possono offrire alla curiosità conoscitiva dell'uomo, ma anche di partecipare e condividere le proprie energie con gli altri, senza però lasciarsi travolgere, coinvolgere eccessivamente e mantenendo il proprio equilibrio dinamico che giustifica e soddisfa il senso del vivere con gioia e creatività.
E' una ripetizione continua e costante: “Partecipa e condividi le tue energie e le tue emozioni con il prossimo!!”
Certo è saggio prendere precauzioni giuste per non lasciar fagocitare e spremere le nostre energie magari faticosamente raccolte ma il senso del giusto amore per il tutto richiede un continuo scambio, è limitato dire con l'ambiente intorno, con il cosmo intero a livello psicospirituale; infatti, uno dei motivi che ci fanno sentire sempre limitati spesso inutili e senza valore, è ignorare il nostro intimo e inconscio e dipendenza dalle energie che vivono nell'universo intero. Abbiamo paura e proviamo soggezione nel pensare a tale interdipendenza con il cosmo intero, ma è una realtà che sempre più riconoscono anche i fisici quantistici e la gente di un certo livello conoscitivo seria umile e preparata.
E' importante però far vibrare le corde del cuore per superare il senso di morte, di vuoto, di squallore morale che ci circonda, suscitato soprattutto dai mass-media che trasmettono sempre notizie talvolta raccapriccianti.
Sono convinto che proprio attraverso tali esperienze così negative si acuisca il senso dell'umano positivo, così ricco vario e molto affascinante e si sostituisca lentamente ma inesorabilmente la cultura della morte con la cultura della vita, le emozioni del cuore ne sono una genuina e forte espressione.

domenica 2 maggio 2010

manifestazioni del karma

Blog maggio vero 2010


Manifestazioni del karma attraverso le scelte di vita


Blog maggio vero 2010


Manifestazioni del karma attraverso le scelte di vita

E’ molto interessante e istruttivo ascoltare, anche per i giovani, persone di una certa età, mentre raccontano episodi della propria vita, specie adolescenziale e giovanile, in cui sono avvenute coscientemente o più spesso inconsciamente delle scelte i cui effetti si sentono e si vedono attualmente; perciò possiamo dire veramente che siamo il frutto delle nostre scelte avvenute in certe circostanze, in certi momenti della nostra vita.
Il nostro vivere quotidiano assume in quest’ottica un’importanza fondamentale: gli eventi, gli episodi e le esperienze, dolorose o gioiose, sono i momenti più significativi del manifestarsi del nostro karma, esteriore, come circostanze e situazioni, interiore, come emozioni, sentimenti, e pensieri relativi.
L’altro giorno ho incontrato un amico d’infanzia, molto molto caro fraterno, con cui ho condiviso esperienze gioiose e dolorose in tempo di guerra e dopo, eravamo adolescenti, che ha stimolato me e lui a rievocare l’atmosfera specie del dopoguerra, in cui noi giovinetti sognavamo di realizzare i nostri sogni, aspirazioni, desideri e progetti di vita: alcuni li abbiamo realizzati, altri sono ancora nel cassetto in attesa. E’ stato un momento denso di commozioni perché alcuni aspetti della attuale vita mia e sua non sono molto soddisfacenti sul piano materiale, sul piano spirituale siamo ambedue soddisfatti per aver capito il senso della vita e sviluppato consapevolezza e conoscenze profonde. Perché le difficoltà esteriori? Insieme siamo riusciti a capirlo.
Analizziamo le nostre professioni, importanti perché ci permettono di vivere socialmente con dignità, in sostanza di pagare bollette, mutui e debiti vari. Io ho scelto già da adolescente alle scuole medie di fare il professore (dicevo allora di latino), perché mi piaceva molto studiare, conoscere e sapere e anche avevo nel mio cuore un desiderio incontenibile di aiutare i ragazzi come me a capire il senso della vita, sostenuti dalla conoscenza e dalla cultura; la mente mi ha guidato nel difficile percorso per diventare professore abilitato, quindi con il posto fisso (fondamentale).
Ho rievocato tutte le difficoltà superate: gli studi universitari, i concorsi, le graduatorie per l’assegnazione di cattedra, i viaggi nelle sedi disagiate, pericolosi e faticosi, ma soprattutto lo scarso stipendio, insufficiente almeno fino agli anni ’80, ma in compenso, avevo la soddisfazione di formare i ragazzi con i miei stessi problemi di adolescenti: la sfiducia, l’insicurezza e la non accettazione, come futuri uomini e donne capaci di apprezzare le gioie della vita e affrontare le sfide e le prove della stessa (ne ho avuto conferma incontrando molto spesso ex alunni/e ormai adulti/e che mi hanno dimostrato affetto e riprova della validità della mia azione educativa).
La soddisfazione era per me un nutrimento dello spirito e una spinta ad approfondire sempre più la conoscenza dello spirito umano e a perfezionare la tecnica di insegnamento; ma il portafoglio piangeva….: ero costretto per campare dignitosamente a fare altri lavori contemporaneamente: insegnamento in altre scuole, lezioni private, produzione di quadri e decorazioni (sono anche pittore), consulenze numerologiche ….., tuttavia sono sempre riuscite a portare avanti la mia famiglia da solo e con dignità fino alla pensione che mi dà da vivere e mi permette di spaziare a 360 gradi nel campo della ricerca spirituale e della realizzazione, mi sento, infatti, libero di affrontare qualsiasi ricerca e problema di carattere spirituale che mi conduca a risultati validi per me e per gli altri.
Quando si ha la possibilità di indagare e scoprire attraverso le proprie esperienze nel campo della vita quotidiana, il meccanismo segreto che regola l’esistenza umana, anche le necessità primarie passano in secondo piano, le novità scoperte ti soddisfano a pieno più di una scorpacciata dei sensi.
Ricordare nell’incontro con il mio amico questi particolari della mia vita mi ha riempito di emozioni, più positive che negative, mi ha fatto pensare a come la nostra attuale esistenza si svolga lungo un sottile e invisibile filo che si snoda con grande sapienza (te ne accorgi quando sei abbastanza maturo negli anni) dalla infanzia alla vecchiaia attraverso tappe fondamentali: le nostre scelte per lo più inconsce, tutti noi le abbiamo fatte e continuiamo a farle.
Le scelte sono legate a fatti, episodi eventi, rapporti e situazioni che ci capitano per legge di karma, che attiriamo nel nostro programma di vita per portare a termine (se ce la facciamo) le nostre decisioni, qualsiasi esse siano, prese prima della incarnazione terrena.
Io ne ho individuate alcune sostanziali: I) frequentando la I° media, quando ancora si studiava latino, venivo chiamato “Cicerone” per la mia bravura in questa lingua, ciò mi lusingava e mi accendeva la curiosità di andare avanti nello studio per avere ulteriori soddisfazioni con entusiasmo e convinzione; allora, quando dovetti scegliere la scuola superiore, è chiaro, scelsi il liceo-ginnasio, dove il latino e il greco la facevano da padroni. Ormai ero incanalato negli studi umanistici; ma questi, oltre all’insegnamento, davano accesso, e lo danno tuttora, ad altre professioni: avvocato, medico, ingegnere, fisico… ma io per un episodio accaduto una sola volta nella mia carriera scolastica, scelsi di iscrivermi alla facoltà di lettere per diventare professore di lettere e, aggiungo, di lezioni di vita; cosa era accaduto di così determinante? Ero stato rimandato a settembre in italiano in I° liceo da un insegnante cui sono legato da ricordi negativi: non mi dava fiducia, non mi stimolava a crescere con sicurezza e soffocava tutto il mio entusiasmo per la conoscenza e la cultura, ma lo ricordo sempre con gratitudine perché proprio in opposizione sofferta al suo modo di insegnare e trattare gli alunni, decisi di insegnare, una volta divenuto professore, oltre le materie curriculari, anche la fiducia, la sicurezza, la stima e il rispetto di se stessi, il coraggio morale, l’accettazione e la gioia di crescere e progredire dal nulla con esercizi ed entusiasmo (sono tuttora le mie più profonde aspirazioni nella mia attività di esoterico); questo glielo devo al mio tanto odiato professore che giudicavo con le peggiori parolacce romanesche!!
Io in realtà ho sempre fatto a contatto con i miei alunni per 40 anni ciò che decisi in primo liceo e che continuo a fare dove e quando posso insegnare.
Nella mia famiglia in quei tempi c’era bisogno di qualche entrata di denaro in più, eravamo 5 persone con un solo stipendio, tra cui i due ultimi figli studenti; io, per coscienza mi decisi di cercare lavoro per partecipare al sostentamento della famiglia; sintetizzo al massimo, per 4 volte mi presentai con il diploma liceale dove richiedevano, per concorso pubblico, impiegati di concetto e nel privato, personale adatto a contatti con il pubblico (linee aeree). Il colloquio dopo il periodo di prove scritte e pratiche seguiva un copione: mi si chiedeva cosa facessi in quel momento oltre ai miei interessi, e alla mia affermazione di essere iscritto alla facoltà di lettere, immancabilmente la risposta-consiglio era questa:”Ma si vergogni a richiedere questo lavoro! C’è bisogno di bravi insegnanti! Prosegua nei suoi studi e coroni il suo sogno di diventare professore”. Lì per lì ci rimanevo male, specie per la mia famiglia, ma riflettevo su queste strane circostanze e cominciai a capire che dietro c’era un preciso disegno di vita.
Quindi, mi confermai nella decisione-scelta di laurearmi per insegnare, perché per mio karma dovevo fare la professione che ho svolto per 40 anni con grande piacere.
Questo lungo esempio, tratto dalla mia biografia e molto sintetizzato, serve a dimostrare che ogni essere umano sicuramente incontra nella sua esistenza situazioni ed eventi, che in qualche modo, lo costringono o lo spingono a fare delle scelte; quante persone possono confermare tale tesi con i loro racconti! Ma ci sono anche molte eccezioni (apparenti) negative di persone che non portano dal loro remoto passato, cioè da altre vite, le spinte interiori forti necessarie per prendere decisioni, per fare delle scelte e per loro sembra che sia il caso a scegliere.
Comunque la legge del karma si esplica attraverso le scelte che rappresentano il punto di inizio di una corrente di vita nuova, di esperienze nuove, non importa se dolorose o gioiose, che possono dare un’impronta diversa alla propria esistenza, è come se gli effetti dell’ultima vita precedente, ma chissà di quante altre vite, si creino certe situazioni e circostanze per manifestarsi.
Infatti, il mio carissimo amico fraterno è stato subito d’accordo nel riconoscere tale verità.
Anche lui ha sintetizzato in poche scelte fondamentali le caratteristiche della sua vita: già nell’adolescenza e nella prima giovinezza, subito dopo il diploma all’Accademia di Belle Arti, prese la decisione di seguire il suo notevole impulso artistico per dedicarsi a sviluppare, in modo autonomo senza cioè dipendenze di lavoro, la sua creatività pittorica, c’è riuscito per parecchio tempo anche se con alti e bassi a creare il suo mondo, il suo linguaggio apprezzato dalla critica. Ma col tempo si è accentuato il bisogno e la responsabilità di dover lavorare sodo per guadagnare anche dopo l’età della pensione. E’ questo il punto critico che lo fa soffrire più di me, la mancanza di una certa sicurezza economica.
Però, lui è in sostanza contento perché è sempre riuscito a mantenere quello stato di libera creatività, indipendenza e autonomia artistica anche se con qualche sacrificio e rinuncia; lui questa strada sentiva dentro di percorrerla e ciò è motivo di soddisfazione.
Il karma, nel caso di noi due amici, ci ha guidati nelle nostre rispettive strade verso le mete che chissà da quante vite ci sforzavamo di raggiungere.
Questo è il discorso che io rivolgo spesso a quelle persone che non capiscono ancora il senso della loro vita: questa ha un profondo significato, basta avere la costanza e la pazienza di attendere, osservare per capire il senso delle decisioni e delle scelte prese o da prendere o imposte, anche ora di fronte a certe situazioni, a certi eventi e, se sono giovani, anche alla loro età ma possibilmente con presenza di spirito e consapevolezza; se invece sono persone già mature, allora sarà un’esperienza molto importante di crescita ripercorrere le strade che si sono via via aperte dopo certi eventi rapporti e situazioni, si capirà quali mete si dovevano raggiungere confrontandole con quelle già acquisite.
E’ in ogni modo un’esperienza che aumenta la maturità spirituale conciliandoci con l’idea fondamentale che ognuno di noi ha un suo piano di sviluppo spirituale che in tutti i casi si deve realizzare, se non completamente, almeno in parte.
E’ giusto però ricordare che ci sono molte persone che seguono, più inconsciamente che consciamente, da alcuni anni la “nuova energia” che dà loro un orientamento diverso da quello comune: abbandonandosi all’impulso immediato che fa scegliere senza ragionamento e calcolo ciò che sembra giusto in quel momento, sovvertono quegli schemi che qualche decennio prima imponevano un certo comportamento.
Mi spiego: la società è cambiata moltissimo in tutti i suoi aspetti: sociale, economico, relazionale, sentimentale, culturale, religioso….richiede una capacità notevole di adattamento, di duttilità per far fronte a richieste ed esigenze sempre più impellenti.
Per esempio, prima, secondo “il vecchio schema”, si sceglieva il lavoro in base a titoli di studio specifici e corsi di preparazione, ora, sì, lo studio può condizionare in piccola parte ma per necessità di vita chi ha bisogno di guadagnare accetta qualsiasi lavoro, talvolta completamente fuori dalla sua preparazione: ingegneri, laureati in legge, diplomati delle scuole superiori lavorano nei Call Center come telefonisti o nei mercati come uomini di fatica ecc..
Viene quindi di pensare che certe scelte accettate per necessità possano avvenire in modo apparentemente casuale, poi però con il tempo ci si accorge che le esperienze legate ad esse trovano una strana corrispondenza nel carattere e nel piano evolutivo delle persone, che possiedono una certa autoconsapevolezza e conoscenza della legge del karma, mentre per chi non ha queste qualità sembra che tutto avvenga senza un disegno inconscio.
Pertanto, le scelte fatte consciamente o inconsciamente, secondo i vecchi o i nuovi schemi, sono la dimostrazione che il karma è sempre presente ed è il nostro alleato, considerarlo cattivo o buono dipende dal punto di vista.




E’ molto interessante e istruttivo ascoltare, anche per i giovani, persone di una certa età, mentre raccontano episodi della propria vita, specie adolescenziale e giovanile, in cui sono avvenute coscientemente o più spesso inconsciamente delle scelte i cui effetti si sentono e si vedono attualmente; perciò possiamo dire veramente che siamo il frutto delle nostre scelte avvenute in certe circostanze, in certi momenti della nostra vita.
Il nostro vivere quotidiano assume in quest’ottica un’importanza fondamentale: gli eventi, gli episodi e le esperienze, dolorose o gioiose, sono i momenti più significativi del manifestarsi del nostro karma, esteriore, come circostanze e situazioni, interiore, come emozioni, sentimenti, e pensieri relativi.
L’altro giorno ho incontrato un amico d’infanzia, molto molto caro fraterno, con cui ho condiviso esperienze gioiose e dolorose in tempo di guerra e dopo, eravamo adolescenti, che ha stimolato me e lui a rievocare l’atmosfera specie del dopoguerra, in cui noi giovinetti sognavamo di realizzare i nostri sogni, aspirazioni, desideri e progetti di vita: alcuni li abbiamo realizzati, altri sono ancora nel cassetto in attesa. E’ stato un momento denso di commozioni perché alcuni aspetti della attuale vita mia e sua non sono molto soddisfacenti sul piano materiale, sul piano spirituale siamo ambedue soddisfatti per aver capito il senso della vita e sviluppato consapevolezza e conoscenze profonde. Perché le difficoltà esteriori? Insieme siamo riusciti a capirlo.
Analizziamo le nostre professioni, importanti perché ci permettono di vivere socialmente con dignità, in sostanza di pagare bollette, mutui e debiti vari. Io ho scelto già da adolescente alle scuole medie di fare il professore (dicevo allora di latino), perché mi piaceva molto studiare, conoscere e sapere e anche avevo nel mio cuore un desiderio incontenibile di aiutare i ragazzi come me a capire il senso della vita, sostenuti dalla conoscenza e dalla cultura; la mente mi ha guidato nel difficile percorso per diventare professore abilitato, quindi con il posto fisso (fondamentale).
Ho rievocato tutte le difficoltà superate: gli studi universitari, i concorsi, le graduatorie per l’assegnazione di cattedra, i viaggi nelle sedi disagiate, pericolosi e faticosi, ma soprattutto lo scarso stipendio, insufficiente almeno fino agli anni ’80, ma in compenso, avevo la soddisfazione di formare i ragazzi con i miei stessi problemi di adolescenti: la sfiducia, l’insicurezza e la non accettazione, come futuri uomini e donne capaci di apprezzare le gioie della vita e affrontare le sfide e le prove della stessa (ne ho avuto conferma incontrando molto spesso ex alunni/e ormai adulti/e che mi hanno dimostrato affetto e riprova della validità della mia azione educativa).
La soddisfazione era per me un nutrimento dello spirito e una spinta ad approfondire sempre più la conoscenza dello spirito umano e a perfezionare la tecnica di insegnamento; ma il portafoglio piangeva….: ero costretto per campare dignitosamente a fare altri lavori contemporaneamente: insegnamento in altre scuole, lezioni private, produzione di quadri e decorazioni (sono anche pittore), consulenze numerologiche ….., tuttavia sono sempre riuscite a portare avanti la mia famiglia da solo e con dignità fino alla pensione che mi dà da vivere e mi permette di spaziare a 360 gradi nel campo della ricerca spirituale e della realizzazione, mi sento, infatti, libero di affrontare qualsiasi ricerca e problema di carattere spirituale che mi conduca a risultati validi per me e per gli altri.
Quando si ha la possibilità di indagare e scoprire attraverso le proprie esperienze nel campo della vita quotidiana, il meccanismo segreto che regola l’esistenza umana, anche le necessità primarie passano in secondo piano, le novità scoperte ti soddisfano a pieno più di una scorpacciata dei sensi.
Ricordare nell’incontro con il mio amico questi particolari della mia vita mi ha riempito di emozioni, più positive che negative, mi ha fatto pensare a come la nostra attuale esistenza si svolga lungo un sottile e invisibile filo che si snoda con grande sapienza (te ne accorgi quando sei abbastanza maturo negli anni) dalla infanzia alla vecchiaia attraverso tappe fondamentali: le nostre scelte per lo più inconsce, tutti noi le abbiamo fatte e continuiamo a farle.
Le scelte sono legate a fatti, episodi eventi, rapporti e situazioni che ci capitano per legge di karma, che attiriamo nel nostro programma di vita per portare a termine (se ce la facciamo) le nostre decisioni, qualsiasi esse siano, prese prima della incarnazione terrena.
Io ne ho individuate alcune sostanziali: I) frequentando la I° media, quando ancora si studiava latino, venivo chiamato “Cicerone” per la mia bravura in questa lingua, ciò mi lusingava e mi accendeva la curiosità di andare avanti nello studio per avere ulteriori soddisfazioni con entusiasmo e convinzione; allora, quando dovetti scegliere la scuola superiore, è chiaro, scelsi il liceo-ginnasio, dove il latino e il greco la facevano da padroni. Ormai ero incanalato negli studi umanistici; ma questi, oltre all’insegnamento, davano accesso, e lo danno tuttora, ad altre professioni: avvocato, medico, ingegnere, fisico… ma io per un episodio accaduto una sola volta nella mia carriera scolastica, scelsi di iscrivermi alla facoltà di lettere per diventare professore di lettere e, aggiungo, di lezioni di vita; cosa era accaduto di così determinante? Ero stato rimandato a settembre in italiano in I° liceo da un insegnante cui sono legato da ricordi negativi: non mi dava fiducia, non mi stimolava a crescere con sicurezza e soffocava tutto il mio entusiasmo per la conoscenza e la cultura, ma lo ricordo sempre con gratitudine perché proprio in opposizione sofferta al suo modo di insegnare e trattare gli alunni, decisi di insegnare, una volta divenuto professore, oltre le materie curriculari, anche la fiducia, la sicurezza, la stima e il rispetto di se stessi, il coraggio morale, l’accettazione e la gioia di crescere e progredire dal nulla con esercizi ed entusiasmo (sono tuttora le mie più profonde aspirazioni nella mia attività di esoterico); questo glielo devo al mio tanto odiato professore che giudicavo con le peggiori parolacce romanesche!!
Io in realtà ho sempre fatto a contatto con i miei alunni per 40 anni ciò che decisi in primo liceo e che continuo a fare dove e quando posso insegnare.
Nella mia famiglia in quei tempi c’era bisogno di qualche entrata di denaro in più, eravamo 5 persone con un solo stipendio, tra cui i due ultimi figli studenti; io, per coscienza mi decisi di cercare lavoro per partecipare al sostentamento della famiglia; sintetizzo al massimo, per 4 volte mi presentai con il diploma liceale dove richiedevano, per concorso pubblico, impiegati di concetto e nel privato, personale adatto a contatti con il pubblico (linee aeree). Il colloquio dopo il periodo di prove scritte e pratiche seguiva un copione: mi si chiedeva cosa facessi in quel momento oltre ai miei interessi, e alla mia affermazione di essere iscritto alla facoltà di lettere, immancabilmente la risposta-consiglio era questa:”Ma si vergogni a richiedere questo lavoro! C’è bisogno di bravi insegnanti! Prosegua nei suoi studi e coroni il suo sogno di diventare professore”. Lì per lì ci rimanevo male, specie per la mia famiglia, ma riflettevo su queste strane circostanze e cominciai a capire che dietro c’era un preciso disegno di vita.
Quindi, mi confermai nella decisione-scelta di laurearmi per insegnare, perché per mio karma dovevo fare la professione che ho svolto per 40 anni con grande piacere.
Questo lungo esempio, tratto dalla mia biografia e molto sintetizzato, serve a dimostrare che ogni essere umano sicuramente incontra nella sua esistenza situazioni ed eventi, che in qualche modo, lo costringono o lo spingono a fare delle scelte; quante persone possono confermare tale tesi con i loro racconti! Ma ci sono anche molte eccezioni (apparenti) negative di persone che non portano dal loro remoto passato, cioè da altre vite, le spinte interiori forti necessarie per prendere decisioni, per fare delle scelte e per loro sembra che sia il caso a scegliere.
Comunque la legge del karma si esplica attraverso le scelte che rappresentano il punto di inizio di una corrente di vita nuova, di esperienze nuove, non importa se dolorose o gioiose, che possono dare un’impronta diversa alla propria esistenza, è come se gli effetti dell’ultima vita precedente, ma chissà di quante altre vite, si creino certe situazioni e circostanze per manifestarsi.
Infatti, il mio carissimo amico fraterno è stato subito d’accordo nel riconoscere tale verità.
Anche lui ha sintetizzato in poche scelte fondamentali le caratteristiche della sua vita: già nell’adolescenza e nella prima giovinezza, subito dopo il diploma all’Accademia di Belle Arti, prese la decisione di seguire il suo notevole impulso artistico per dedicarsi a sviluppare, in modo autonomo senza cioè dipendenze di lavoro, la sua creatività pittorica, c’è riuscito per parecchio tempo anche se con alti e bassi a creare il suo mondo, il suo linguaggio apprezzato dalla critica. Ma col tempo si è accentuato il bisogno e la responsabilità di dover lavorare sodo per guadagnare anche dopo l’età della pensione. E’ questo il punto critico che lo fa soffrire più di me, la mancanza di una certa sicurezza economica.
Però, lui è in sostanza contento perché è sempre riuscito a mantenere quello stato di libera creatività, indipendenza e autonomia artistica anche se con qualche sacrificio e rinuncia; lui questa strada sentiva dentro di percorrerla e ciò è motivo di soddisfazione.
Il karma, nel caso di noi due amici, ci ha guidati nelle nostre rispettive strade verso le mete che chissà da quante vite ci sforzavamo di raggiungere.
Questo è il discorso che io rivolgo spesso a quelle persone che non capiscono ancora il senso della loro vita: questa ha un profondo significato, basta avere la costanza e la pazienza di attendere, osservare per capire il senso delle decisioni e delle scelte prese o da prendere o imposte, anche ora di fronte a certe situazioni, a certi eventi e, se sono giovani, anche alla loro età ma possibilmente con presenza di spirito e consapevolezza; se invece sono persone già mature, allora sarà un’esperienza molto importante di crescita ripercorrere le strade che si sono via via aperte dopo certi eventi rapporti e situazioni, si capirà quali mete si dovevano raggiungere confrontandole con quelle già acquisite.
E’ in ogni modo un’esperienza che aumenta la maturità spirituale conciliandoci con l’idea fondamentale che ognuno di noi ha un suo piano di sviluppo spirituale che in tutti i casi si deve realizzare, se non completamente, almeno in parte.
E’ giusto però ricordare che ci sono molte persone che seguono, più inconsciamente che consciamente, da alcuni anni la “nuova energia” che dà loro un orientamento diverso da quello comune: abbandonandosi all’impulso immediato che fa scegliere senza ragionamento e calcolo ciò che sembra giusto in quel momento, sovvertono quegli schemi che qualche decennio prima imponevano un certo comportamento.
Mi spiego: la società è cambiata moltissimo in tutti i suoi aspetti: sociale, economico, relazionale, sentimentale, culturale, religioso….richiede una capacità notevole di adattamento, di duttilità per far fronte a richieste ed esigenze sempre più impellenti.
Per esempio, prima, secondo “il vecchio schema”, si sceglieva il lavoro in base a titoli di studio specifici e corsi di preparazione, ora, sì, lo studio può condizionare in piccola parte ma per necessità di vita chi ha bisogno di guadagnare accetta qualsiasi lavoro, talvolta completamente fuori dalla sua preparazione: ingegneri, laureati in legge, diplomati delle scuole superiori lavorano nei Call Center come telefonisti o nei mercati come uomini di fatica ecc..
Viene quindi di pensare che certe scelte accettate per necessità possano avvenire in modo apparentemente casuale, poi però con il tempo ci si accorge che le esperienze legate ad esse trovano una strana corrispondenza nel carattere e nel piano evolutivo delle persone, che possiedono una certa autoconsapevolezza e conoscenza della legge del karma, mentre per chi non ha queste qualità sembra che tutto avvenga senza un disegno inconscio.
Pertanto, le scelte fatte consciamente o inconsciamente, secondo i vecchi o i nuovi schemi, sono la dimostrazione che il karma è sempre presente ed è il nostro alleato, considerarlo cattivo o buono dipende dal punto di vista.

lunedì 5 aprile 2010

Blog aprile 2010

LA GRANDE ILLUSIONE


E’ un’esperienza molto emozionante e coinvolgente quando si sente gente di ogni età, condizione e sesso, parlare di incontri con persone che possono trasformarsi in relazioni stabili sentimentali.
E’ un momento vivo e carico di emozioni perché si fanno mille progetti, si esprimono mille aspettative e speranze di arrivare ad una relazione sicura e affidabile nel tempo da cui si aspettano grandi soddisfazioni; a seconda dell’età e del sesso le aspettative sono molte e diversificate: i giovanissimi sperano di trovare chi li fa divertire, sperimentare conoscere e provare le gioie di un amore che coinvolge sensi e sentimenti, emozioni e pensieri ma con pochi problemi e difficoltà e molte sicurezze: infatti, il primo impatto con la vita deve colorarsi di rosa, perché lo scambio di sentimenti ed emozioni dovrebbe essere sincero genuino e spontaneo.
Però anche in questa età giovanile molto spesso i rapporti si tingono di rosso (violenza) o di comuni banalità, dipende molto dal carattere e dalle richieste karmiche individuali, c’è tuttavia la possibilità di cambiamenti improvvisi e frequenti per cui il giovane deve fare esperienze per capire innanzitutto se stesso, quali sono le sue reazioni, le sue aspirazioni e imparare i giusti comportamenti, in sostanza quelle sottili e sottintese regole di vita che alla fine, volenti o no, si impongono sempre in ogni situazione.
Quando i giovani raccontano le loro esperienze positive, è un piacere ascoltarle ma quando raccontano le loro delusioni e sofferenze, i loro fallimenti e insuccessi, gli adulti, saggi e consapevoli che hanno già salito questo gradino, sorridono ripensando alle loro esperienze ma si sentono ora in grado di dare qualche avveduto consiglio: “Cerca di essere sicuro/a di te, di accettarti così come sei, sviluppa e rafforza la tua personalità, non aver paura di essere giudicato/a, pretendi il rispetto e sentiti libero/a ma soprattutto non lasciarti condizionare per non perdere la tua identità e dignità!”
Io però con la mia esperienza, mi sono reso conto che tali consigli non valgono solo per gli adolescenti ma soprattutto anche per gli adulti, uomini e donne; in realtà lo sviluppo dei valori cui accennano quei consigli dovrebbe accompagnare sempre la vita di relazione a qualsiasi età perché essi sono i fondamenti essenziali dell’amore, inteso come unione libera, indipendente e costruttiva e quindi positiva e gratificante.
Le cose cambiano di molto, quando si parla con persone adulte che hanno scavalcato i 30-35 e oltre, perché le loro esperienze sono fortemente influenzate dalle necessità imposte dalla cultura e dalla società in cui viviamo: ricerca di sicurezza economica ed emotiva, quindi calcolo, valutazione e interesse. I valori che genitori ed educatori hanno cercato di inculcare negli adolescenti vengono schiacciati spesso dai valori consumistici e materiali a cui si aggiungono sottilmente con il passare del tempo le paure della solitudine, dell’abbandono e del non trovare la persona giusta che comprende e sostiene.
Come, quando e perché vengono fuori tali paure? Ormai si manifestano “in corso d’opera”, cioè quando si vive una relazione magari un po’ conflittuale, perché il rapporto sentimentale è l’occasione concreta più favorevole in cui si accende il problema dell’essere. Che significa? Che ci si comincia a domandare: “Chi sono io? Quale la mia identità? Quali gli obiettivi della mia vita? Perché ho incontrato proprio lui/lei? Che senso ha la vita umana? E altre domande che pretendono risposte chiare e precise (chiaramente non per tutti).
Chi più, chi meno, quando si è in crisi, avverte tali problemi e vive stati d’animo conseguenti.
Per capire meglio, porterò un esempio reale: ho rivisto di recente una amica, Daniela che mi ha raccontato la sua esperienza. Ha incontrato 4 anni fa Stefano anche lui 40enne e uscito come lei da una relazione negativa. Lei, dopo alcuni anni ha mollato un giovane a conti fatti, immaturo e vittima dell’influenza della madre possessiva, ha risentito molto del distacco e ha sofferto di paure, di ansie per incapacità di affrontare certe situazioni; la sua identità profonda era soffocata e repressa, ha reagito con il tempo e con l’incontro di Stefano. Lui proveniva da un rapporto matrimoniale polemico, difficile incompreso e sempre litigioso, ma con una marcata e forte dipendenza dalla moglie Franca; lei lo comandava a bacchetta quando erano insieme sposati ma ha continuato ad esercitare su di lui la stessa influenza anche dopo separati legalmente e quando era con Daniela.
Da un colloquio con lei approfondito sereno e obiettivo, illuminato dalla consapevolezza delle leggi del karma, è emerso quanto segue: Daniela, dopo aver capito quasi subito la mancata dedizione di lui a costruire un sereno e fiducioso rapporto, ha cominciato a vivere la relazione sviluppando piena fiducia in se stessa, rispondendo alle insinuanti domande: chi sono io? Che senso ha la vita e il mio rapporto con Stefano? con un lavoro di consapevolezza, di accettazione-comprensione e di amore nel senso di aiuto all’altro, (nella precedente relazione tali domande non erano insistenti e continue come ora e mancava il vero lavoro su se stessa).
Il compagno tuttavia era sempre nervoso e diviso fra la moglie, che lo torturava con problematiche pratiche quotidiane e l’incapacità di rispondere con sincerità e spontaneità alla disponibilità amorevole di Daniela.
Negli ultimissimi tempi per questioni di interesse è scoppiata la bomba, nel senso che Stefano non ha retto al rifiuto da parte di Franca di entrare in possesso di una considerevole somma di denaro (vendita di un immobile) ed è caduto in uno stato di depressione profonda con pianto e disperazione isterica, mutismo e assoluto distacco interiore da Daniela.
Lei, dopo una sana riflessione, decide di lasciarlo libero di ritornare nella sua casa coniugale dove purtroppo non è stato ancora accettato dalla ex moglie. Tali sono i fatti ma importante è la somma delle esperienze da lei vissute e a me raccontate con assoluta sincerità e consapevolezza: 1) la paura di restare sola, che nella precedente relazione l’aveva tormentata, si è dissolta alla luce di una consapevolezza serena e conquistata, anzi, la prova di averla superata l’ha espressa, quando ha detto che lei vuole vivere sola, nella sua casa, dedicandosi amorevolmente alle sue attività, ai suoi hobbies,(è artista) ed effettivamente lo fa; 2) la netta coscienza di aver superato un gradino, che sempre le si presentava davanti, salendo di livello: conquista della sicurezza di essere (identità), della sua autonomia, dignità, indipendenza, fiducia nei propri valori (accettazione, perdono e amore); 3) una nuova prospettiva di vita, nella quale non è scontata la presenza di un compagno, che per essere tale, non deve essere “uno straccio d’uomo” sulla cui spalla poggiare la testa, altrimenti è meglio rimanere sola; 4) apertura piena alla vita, ricerca delle gioie semplici e naturali, sviluppo di tutti i suoi talenti artistici, dei suoi interessi a tutti i livelli, in piena libertà.
In sostanza, dal punto di vista di una valutazione a livello di crescita e maturazione, mi sono convinto che a Daniela tale esperienza ha significato moltissimo, specie umanamente, perché non esiste nel suo cuore e nella sua mente, traccia di rancore e risentimento ma una serena disponibilità.
Tuttavia c’è da aggiungere che tali esperienze, che io definisco come “fine rapporto di lavoro”, sono sempre accompagnate da tanti e dolorosi sentimenti di delusione, di tristezza, di malinconia, di rabbia e rimpianti che sono il corredo umano, troppo umano delle esperienze, specie sentimentali, sono l’aspetto oscuro di ogni persona che per legge di karma, vengono attirate proprio perché dalle sofferenze nascano i fiori della consapevolezza e dell’amore verso se stessi e il prossimo. Anche Daniela non fa eccezione.
Tale è l’aspetto umano che va elaborato alla luce dell’accettazione, della comprensione, del perdono e dell’amore; in questo lavoro ognuno è un individuo a sé con la sua legge, pregi e difetti, con le sue sofferenze ma anche gioie, ma nessuno può sfuggire a tale impegno doveroso, se vuole trarre dei vantaggi dalla sua vita che ha scelto prima di reincarnarsi. Fino a quando non redime e sublima questa congerie di emozioni, sentimenti e pensieri negativi con la profonda accettazione, può anche viaggiare negli spazi siderali della mente, dello spirito ma alla fine ritorna sempre alla sua parte sofferente umana che deve essere aiutata a risorgere e a rifiorire.
Se si ha il coraggio e la disponibilità di ascoltare il vissuto di altre persone, veramente ci si riempie l’animo di sofferenza condivisa ma anche di gioie e soddisfazioni, quando la persona riesce ad uscire a testa alta, come Daniela, da prove di dolore e delusione.
Per riprendere il discorso su Daniela e Stefano, c’è da aggiungere che Stefano, a detta di Daniela, non ha mai dimostrato di volersi conoscere, facendo un tentativo di autoanalisi, ha sempre attribuito la colpa ora a questo ora a quello, non domandandosi mai se la causa potrebbe essere anche in se stesso; continuo nervosismo, ansia e paure e incapacità di godere dell’amore che Daniela ha sempre dimostrato di darle in modo naturale e spontaneo, sincero e anche disinteressato ( tra l’altro lo ha mantenuto in casa senza pretendere nemmeno le spese vive).
Tale racconto, è chiaro, vuole dimostrare qualcosa: innanzitutto che l’incontro tra persone avviene secondo un preciso disegno, come presente nel DNA individuale con lo scopo di risvegliare delle energie e degli impulsi a conoscersi per migliorarsi, però se una persona è pronta per fare un certo salto, altrimenti, dopo l’iniziale momento di gioia e di illusione che l’esperienza possa durare all’infinito così bella ed esaltante, si cade nel quotidiano dove specie i difetti balzano fuori e tormentano e inquinano il rapporto. Ecco la grande delusione! Si crede che gli stati d’animo felici iniziali, le promesse fatte con calore e immediate si concretizzino senza sforzo, questo è l’errore, è l’inganno!!!
E’ importante invece sapere che l’incontro con una persona è l’inizio del cammino nella conoscenza di se stessi alla luce di importanti valori che ormai sono fondamentali nella vita relazionale di tutti i giorni: l’accettazione di sé e degli altri, il rispetto della libertà reciproca, l’idea che siamo tutti legati gli uni agli altri e il bisogno di conoscersi per migliorarsi.
Nulla di importante ci viene regalato, tutto è frutto di lavoro, di sacrifici e di esperienze sofferte nel tempo. Chi appare fortunato, raccoglie i frutti di sforzi e sacrifici fatti in vite pregresse, secondo la legge del karma.
Per chi è intenzionato a vivere la vita con consapevolezza e volontà di cogliere ogni esperienza come occasione per conoscersi e rinnovarsi, è giunto ora il tempo di non lasciarsi sfuggire ogni opportunità di crescita, affrontando con determinazione specie i rapporti umani, le relazioni sentimentali in particolare, perché sono i nodi che devono essere sciolti, se sono conflittuali e difficili, altrimenti ce li ritroveremo davanti peggiorati e trascurati nella vita seguente. Questo proprio no!!!
A questo punto sorge spontanea la domanda cui si dovrebbe rispondere, oltre che con la mente, con il cuore: “Ma come si fa a provare quel sentimento intimo di soddisfazione, di pienezza e di appagamento che si può definire felicità, anche nei rapporti sentimentali?” Quando risvegli in te, nel tuo cuore, il senso di unione, di unità e di connessione con te e con l’altro, al di là di tutti i giudizi, le valutazioni e i calcoli, quando capisci che l’altro ha i tuoi stessi problemi, è un te stesso proiettato in un altro corpo che aspetta un riconoscimento da parte tua, un gesto, un atto di approvazione, una tenerezza, una coccola, un qualcosa che spezzi il muro della separatività, della dualità; finché c’è il due, l’uno non trionfa, finché la mente avverte la dualità, il cuore non può intervenire e quindi nasce l’incomprensione e, a cascata, tutto ciò che suscita infelicità e dolore.
Io mi sento bene, non avverto più dolori fisici e sofferenze morali, quando mi sento unito con me stesso, connesso con quel sottile raggio di calda luce che emana dal mio cuore, allora sento di essere la stufa a legna che emana sano calore che si diffonde intorno nell’ambiente e riscalda chiunque con quel tepore così dolce e familiare che ricorda i momenti teneri dell’infanzia felice.