venerdì 2 marzo 2012




Blog marzo 2012



Una possibile spiegazione karmica di un evento molto doloroso:

la morte di una persona cara, molto giovane



L’oggetto della riflessione è una storia presentata nel programma di Rai 1 “Verdetto finale” del 25.1.2012, una storia come tante che accadono nella quotidianità, lasciando uno strascico di pensieri, emozioni e sentimenti molto dolorosi che esigono però una spiegazione; non è possibile che eventi del genere si accettino così come fatalità inspiegabili, frutto di chissà quali scherzi del destino.

       Io ne ho sentita la conclusione, ne sono rimasto molto colpito ma subito mi sono venuti alla memoria più casi simili studiati e verificati con metodi di indagine spirituale, regressione non ipnotica a vite precedenti.

      Riassumo sinteticamente la vicenda: un giovane di 24 anni muore in un incidente stradale lasciando la fidanzata ventenne e i genitori nella disperazione più nera. Subito dopo il funerale la ragazza chiede ai genitori di lui di rimanere qualche giorno con loro; di qui inizia la vera tragedia, quei giorni si sono trasformati in un periodo di quasi due anni  in cui madre e fidanzata non fanno altro che vivere di ricordi del figlio-fidanzato, abbandonando i propri doveri. La madre, insegnante, non si sente di trattare con ragazzi poco più giovani di suo figlio trapassato e rinuncia al suo lavoro, la fidanzata non frequenta più l’università né esce con le sue amiche e insomma non riprende la sua vita di giovane con speranze aspirazioni e progetti. Madre e fidanzata stanno tutto il giorno a guardare foto, filmini e oggetti del giovane senza una via d’uscita dal dolore e senza lo sforzo di farsene una ragione per avere pace e riprendere a vivere.

       A parte tutte le altre considerazioni di ordine pratico, per cui la giuria, il giudice e gli esperti presenti (si tratta di un processo) hanno dato ragione al padre del ragazzo estinto che richiedeva l’allontanamento della ragazza dalla sua famiglia per farla rientrare nella propria casa riprendendo una esistenza normale per una giovane poco più che ventenne, ciò che mi ha colpito è stata la situazione in se stessa, cioè il fatto che le due donne, madre e fidanzata, siano disperate e attaccate ai ricordi dedicandosi al culto del trapassato e sacrificandosi come a ricompensarlo forse di ciò che non gli hanno dato “prima”.

       Quando “prima”? Che significa? Mi risulta per esperienza diretta  da indagini a livello spirituale con la tecnica  della regressione non ipnotica che certi rapporti, certe situazioni, certi comportamenti vissuti in precedenti vite, hanno un preciso riscontro nella presente, secondo la legge del karma; mi spiego portando esempi concreti, risultati di sedute di regressing fatte da me e da una collega: in un rapporto di coppia, lui, Daniele, molto attento, premuroso, geloso e molto attaccato  alla moglie Stefania, scopre improvvisamente, vedendola in macchina con un uomo, di essere tradito meschinamente. Allora accade un episodio molto simile a quelli narrati nei film di azione: lui, fa una conversione pericolosa, rincorre la macchina del rivale, la blocca frenandole davanti, scende, scopre che l’uomo con la moglie è un suo amico, inizia a ”fare a botte”, inveisce contro di lei ma Stefania con forza e rabbia, mentre tenta di dividerli, gli grida in faccia: - Vattene, Daniè, è tutto finito tra noi!

        Daniele, come tramortito  da un colpo, continua a picchiarsi con l’uomo ma appena finita la lite e tornato in sé, si rende conto della gravità della situazione, torna a casa dai genitori disperato.

         E’ chiaro che Daniele, venendo da me per una seduta, ha voluto sapere quale suo comportamento, quale sua azione in una vita precedente ha causato una simile tragedia, sì, proprio tragedia, perché per ragioni evidenti  non posso narrare tutti i gravi risvolti di tale evento; a me interessa far capire il motivo profondo di questa situazione.

         Daniele durante la seduta ha rievocato il ricordo di una esperienza molto simile a quella da lui ora vissuta in cui i ruoli dei protagonisti erano esattamente opposti: lui, giovane intraprendente sentimentalmente, curioso di esperienze, dopo aver sposato Stefania e avere avuto da lei una figlia  (rincontrata in un rapporto diverso come attuale sorella) si lega sentimentalmente con una giovane creando in Stefania un tale dolore da farle perdere la ragione e finire in ospedale psichiatrico. Daniele in regressione riprova la sofferenza destabilizzante di Stefania, capisce e si rende conto di averle fatto un grave torto che deve essere riparato, secondo la legge del karma.

        Dopo tale rievocazione, lui comprende che lei con il suo comportamento gli dà l’occasione in certo modo di accettare e riparare l’antico torto subito; egli lo fa, si rasserena, supera il risentimento, perdona e si sente pronto a ripartire per costruire un nuovo rapporto basato sulla fiducia e il rispetto. Non ha ricostruito con la moglie perché evidentemente in lei il ricordo del torto subito è stato molto forte ma ha capito il senso dell’esperienza correggendo il suo modo di rapportarsi con le persone, specie legate sentimentalmente, ha imparato grazie al tradimento subito ora il giusto comportamento per il futuro.

      Che riferimento può avere l’esperienza di Daniele e Stefania all’episodio trasmesso in TV a Verdetto Finale? Un primo aspetto dovrebbe essere chiaro: il fatto che madre e fidanzata siano state così violentemente e tragicamente abbandonate lascia presupporre, secondo il karma, che qualche grave mancanza, qualche atto drammatico e luttuoso, avvenuto nel passato, sia la causa remota dell’attuale situazione: nulla avviene per caso e senza un preciso significato e scopo nella vita di una persona, in questo caso addirittura di due persone.

      Un secondo aspetto più pertinente all’episodio televisivo l’ho percepito quando ho ripensato ad una seduta di regressing, fatta da una collega diverso tempo fa e raccontatami con grande commozione. Si trattò di una signora abbastanza matura, sofferente ancora dopo molti per la perdita di una figlia adorata cui aveva dedicato tutta la sua vita ricevendone in cambio gratitudine, apprezzamento e amore; sembrava il loro rapporto tra madre e figlia un esempio di amore perfetto da seguire e apprezzare sempre come modello.

       Un giorno maledetto la figlia Giorgia, ventenne, per un malore improvviso venne ricoverata in ospedale dove morì quasi subito per un attacco di leucemia fulminante. Luisa, la madre, cadde in uno stato depressivo che rasentò per poco la morte: disperazione e incapacità di capire perché un rapporto bello, sereno e costruttivo come il loro fosse così bruscamente e tragicamente interrotto.

       Se in tali circostanze si ha fede in qualcosa, si riesce a superare il dramma pensando che una ragione nascosta e misteriosa ci deve pur essere nel disegno universale di cui ognuno di noi fa parte, altrimenti è la più cupa disperazione, la rabbia contro ogni legge umana e divina, l’ignoranza offuscatrice di ogni ragione; ciò che provava la madre.

       Luisa andò dalla regressologa per cercare di capire la causa prima di tale tremenda esperienza e per sua fortuna la trovò. Riassumo brevemente: in una precedente vita, madre e figlia erano legate da un rapporto diverso, erano persone che appartenevano ad una comunità non proprio religiosa: la madre era un capo, uomo, con potere e autorità che esercitava non sempre in modo giusto e rispettoso, specie verso una giovane ragazza che pendeva dalle sue labbra, lo stimava, lo onorava come guida, ricevendone in cambio poca stima, disapprovazione, rifiuto e talvolta anche umiliazioni. La ragazza non manifestava odio o risentimento, gli obbediva e lo rispettava ma soffriva per tale incomprensibile comportamento fino quasi ad ammalarsi.

       La seduta terminò con la chiara scoperta di un torto tanto grave che, secondo la legge del karma, doveva essere riparato. Come è intervenuta la legge karmica per permettere a Luisa di rimediare  alla grave mancanza? Nella attuale rincarnazione Luisa come madre concepisce Giorgia, la alleva con tanto amore, dandole tutto (quanto non le aveva dato nella precedente vita!!) l’ama addirittura fino a considerarla come l’unica persona al mondo capace di condizionare i suoi stati d’animo, il suo essere madre e donna, in una parola, la sua vita.

      Quando Luisa raggiunge, secondo la legge del Karma, il culmine della riparazione del suo torto, della sua mancanza verso Giorgia nella vita pregressa, le viene tolta fulmineamente la persona più cara su cui ha fondato la ragione della sua esistenza. Perché tale improvvisa privazione?? Il Karma l’ha punita, l’ha castigata, sembrerebbe secondo la legge del “taglione”:- Tu mi hai fatto questo, io te lo rifaccio? No…!!! le ha fatto pesantemente capire che le attenzioni amorevoli, le cure affettuose e l’amore non vanno rivolte solo a chi ci piace e ci ricambia ma a tutti, l’amore è uno stato d’essere basato sul dono disinteressato di sé. Io ho chiesto alla mia amica regressologa quali sono stati gli effetti di quella terapia su Luisa; mi ha rassicurato che lei ha capito il perché le è stata tolta Giorgia in maniera così violenta e tragica e ha ringraziato la legge del Karma proprio per tale lezione. Sì, ha capito cosa significa rispetto, dignità, libertà e amore disinteressato e proprio dalla scoperta della causa di quell’evento drammatico ha iniziato ad agire in maniera più altruistica e quasi impersonale, non aspettandosi nulla in cambio ( aveva iniziato a fare volontariato negli ospedali); ma se non avesse vissuto quella tragica esperienza, quando si sarebbe mai risvegliata in lei la coscienza che vivere nel rispetto dell’altro, nell’amore altruistico, nella ricerca di un miglioramento di se stessi, è l’obiettivo primario di vita di una persona evoluta?? La legge di vita o Karma gliel’ha fatto capire!!

       Per ritornare all’episodio trattato in “Verdetto finale”, posso affermare serenamente che madre e fidanzata avevano qualcosa da riparare: torto o mancanza, comportamenti e modi di fare suggeriti da trascuratezza, da mancanza di attenzioni e cure? Spero che le due donne si risveglino alla coscienza dell’amore disinteressato e apprezzino la vita che è data loro di vivere per condividerla costruttivamente  e altruisticamente con il prossimo.

        Io ho rinfrescato nella mia mente alcune regole di saggezza molto importanti: non esprimere giudizi e accettare l’idea che c’è una spiegazione, più o meno chiara, per ogni evento e situazione di vita.   



         

Blog marzo 2012

Una possibile spiegazione karmica di un evento molto doloroso:
la morte di una persona cara, molto giovane

L’oggetto della riflessione è una storia presentata nel programma di Rai 1 “Verdetto finale” del 25.1.2012, una storia come tante che accadono nella quotidianità, lasciando uno strascico di pensieri, emozioni e sentimenti molto dolorosi che esigono però una spiegazione; non è possibile che eventi del genere si accettino così come fatalità inspiegabili, frutto di chissà quali scherzi del destino.
       Io ne ho sentita la conclusione, ne sono rimasto molto colpito ma subito mi sono venuti alla memoria più casi simili studiati e verificati con metodi di indagine spirituale, regressione non ipnotica a vite precedenti.
      Riassumo sinteticamente la vicenda: un giovane di 24 anni muore in un incidente stradale lasciando la fidanzata ventenne e i genitori nella disperazione più nera. Subito dopo il funerale la ragazza chiede ai genitori di lui di rimanere qualche giorno con loro; di qui inizia la vera tragedia, quei giorni si sono trasformati in un periodo di quasi due anni  in cui madre e fidanzata non fanno altro che vivere di ricordi del figlio-fidanzato, abbandonando i propri doveri. La madre, insegnante, non si sente di trattare con ragazzi poco più giovani di suo figlio trapassato e rinuncia al suo lavoro, la fidanzata non frequenta più l’università né esce con le sue amiche e insomma non riprende la sua vita di giovane con speranze aspirazioni e progetti. Madre e fidanzata stanno tutto il giorno a guardare foto, filmini e oggetti del giovane senza una via d’uscita dal dolore e senza lo sforzo di farsene una ragione per avere pace e riprendere a vivere.
       A parte tutte le altre considerazioni di ordine pratico, per cui la giuria, il giudice e gli esperti presenti (si tratta di un processo) hanno dato ragione al padre del ragazzo estinto che richiedeva l’allontanamento della ragazza dalla sua famiglia per farla rientrare nella propria casa riprendendo una esistenza normale per una giovane poco più che ventenne, ciò che mi ha colpito è stata la situazione in se stessa, cioè il fatto che le due donne, madre e fidanzata, siano disperate e attaccate ai ricordi dedicandosi al culto del trapassato e sacrificandosi come a ricompensarlo forse di ciò che non gli hanno dato “prima”.
       Quando “prima”? Che significa? Mi risulta per esperienza diretta  da indagini a livello spirituale con la tecnica  della regressione non ipnotica che certi rapporti, certe situazioni, certi comportamenti vissuti in precedenti vite, hanno un preciso riscontro nella presente, secondo la legge del karma; mi spiego portando esempi concreti, risultati di sedute di regressing fatte da me e da una collega: in un rapporto di coppia, lui, Daniele, molto attento, premuroso, geloso e molto attaccato  alla moglie Stefania, scopre improvvisamente, vedendola in macchina con un uomo, di essere tradito meschinamente. Allora accade un episodio molto simile a quelli narrati nei film di azione: lui, fa una conversione pericolosa, rincorre la macchina del rivale, la blocca frenandole davanti, scende, scopre che l’uomo con la moglie è un suo amico, inizia a ”fare a botte”, inveisce contro di lei ma Stefania con forza e rabbia, mentre tenta di dividerli, gli grida in faccia: - Vattene, Daniè, è tutto finito tra noi!
        Daniele, come tramortito  da un colpo, continua a picchiarsi con l’uomo ma appena finita la lite e tornato in sé, si rende conto della gravità della situazione, torna a casa dai genitori disperato.
         E’ chiaro che Daniele, venendo da me per una seduta, ha voluto sapere quale suo comportamento, quale sua azione in una vita precedente ha causato una simile tragedia, sì, proprio tragedia, perché per ragioni evidenti  non posso narrare tutti i gravi risvolti di tale evento; a me interessa far capire il motivo profondo di questa situazione.
         Daniele durante la seduta ha rievocato il ricordo di una esperienza molto simile a quella da lui ora vissuta in cui i ruoli dei protagonisti erano esattamente opposti: lui, giovane intraprendente sentimentalmente, curioso di esperienze, dopo aver sposato Stefania e avere avuto da lei una figlia  (rincontrata in un rapporto diverso come attuale sorella) si lega sentimentalmente con una giovane creando in Stefania un tale dolore da farle perdere la ragione e finire in ospedale psichiatrico. Daniele in regressione riprova la sofferenza destabilizzante di Stefania, capisce e si rende conto di averle fatto un grave torto che deve essere riparato, secondo la legge del karma.
        Dopo tale rievocazione, lui comprende che lei con il suo comportamento gli dà l’occasione in certo modo di accettare e riparare l’antico torto subito; egli lo fa, si rasserena, supera il risentimento, perdona e si sente pronto a ripartire per costruire un nuovo rapporto basato sulla fiducia e il rispetto. Non ha ricostruito con la moglie perché evidentemente in lei il ricordo del torto subito è stato molto forte ma ha capito il senso dell’esperienza correggendo il suo modo di rapportarsi con le persone, specie legate sentimentalmente, ha imparato grazie al tradimento subito ora il giusto comportamento per il futuro.
      Che riferimento può avere l’esperienza di Daniele e Stefania all’episodio trasmesso in TV a Verdetto Finale? Un primo aspetto dovrebbe essere chiaro: il fatto che madre e fidanzata siano state così violentemente e tragicamente abbandonate lascia presupporre, secondo il karma, che qualche grave mancanza, qualche atto drammatico e luttuoso, avvenuto nel passato, sia la causa remota dell’attuale situazione: nulla avviene per caso e senza un preciso significato e scopo nella vita di una persona, in questo caso addirittura di due persone.
      Un secondo aspetto più pertinente all’episodio televisivo l’ho percepito quando ho ripensato ad una seduta di regressing, fatta da una collega diverso tempo fa e raccontatami con grande commozione. Si trattò di una signora abbastanza matura, sofferente ancora dopo molti per la perdita di una figlia adorata cui aveva dedicato tutta la sua vita ricevendone in cambio gratitudine, apprezzamento e amore; sembrava il loro rapporto tra madre e figlia un esempio di amore perfetto da seguire e apprezzare sempre come modello.
       Un giorno maledetto la figlia Giorgia, ventenne, per un malore improvviso venne ricoverata in ospedale dove morì quasi subito per un attacco di leucemia fulminante. Luisa, la madre, cadde in uno stato depressivo che rasentò per poco la morte: disperazione e incapacità di capire perché un rapporto bello, sereno e costruttivo come il loro fosse così bruscamente e tragicamente interrotto.
       Se in tali circostanze si ha fede in qualcosa, si riesce a superare il dramma pensando che una ragione nascosta e misteriosa ci deve pur essere nel disegno universale di cui ognuno di noi fa parte, altrimenti è la più cupa disperazione, la rabbia contro ogni legge umana e divina, l’ignoranza offuscatrice di ogni ragione; ciò che provava la madre.
       Luisa andò dalla regressologa per cercare di capire la causa prima di tale tremenda esperienza e per sua fortuna la trovò. Riassumo brevemente: in una precedente vita, madre e figlia erano legate da un rapporto diverso, erano persone che appartenevano ad una comunità non proprio religiosa: la madre era un capo, uomo, con potere e autorità che esercitava non sempre in modo giusto e rispettoso, specie verso una giovane ragazza che pendeva dalle sue labbra, lo stimava, lo onorava come guida, ricevendone in cambio poca stima, disapprovazione, rifiuto e talvolta anche umiliazioni. La ragazza non manifestava odio o risentimento, gli obbediva e lo rispettava ma soffriva per tale incomprensibile comportamento fino quasi ad ammalarsi.
       La seduta terminò con la chiara scoperta di un torto tanto grave che, secondo la legge del karma, doveva essere riparato. Come è intervenuta la legge karmica per permettere a Luisa di rimediare  alla grave mancanza? Nella attuale rincarnazione Luisa come madre concepisce Giorgia, la alleva con tanto amore, dandole tutto (quanto non le aveva dato nella precedente vita!!) l’ama addirittura fino a considerarla come l’unica persona al mondo capace di condizionare i suoi stati d’animo, il suo essere madre e donna, in una parola, la sua vita.
      Quando Luisa raggiunge, secondo la legge del Karma, il culmine della riparazione del suo torto, della sua mancanza verso Giorgia nella vita pregressa, le viene tolta fulmineamente la persona più cara su cui ha fondato la ragione della sua esistenza. Perché tale improvvisa privazione?? Il Karma l’ha punita, l’ha castigata, sembrerebbe secondo la legge del “taglione”:- Tu mi hai fatto questo, io te lo rifaccio? No…!!! le ha fatto pesantemente capire che le attenzioni amorevoli, le cure affettuose e l’amore non vanno rivolte solo a chi ci piace e ci ricambia ma a tutti, l’amore è uno stato d’essere basato sul dono disinteressato di sé. Io ho chiesto alla mia amica regressologa quali sono stati gli effetti di quella terapia su Luisa; mi ha rassicurato che lei ha capito il perché le è stata tolta Giorgia in maniera così violenta e tragica e ha ringraziato la legge del Karma proprio per tale lezione. Sì, ha capito cosa significa rispetto, dignità, libertà e amore disinteressato e proprio dalla scoperta della causa di quell’evento drammatico ha iniziato ad agire in maniera più altruistica e quasi impersonale, non aspettandosi nulla in cambio ( aveva iniziato a fare volontariato negli ospedali); ma se non avesse vissuto quella tragica esperienza, quando si sarebbe mai risvegliata in lei la coscienza che vivere nel rispetto dell’altro, nell’amore altruistico, nella ricerca di un miglioramento di se stessi, è l’obiettivo primario di vita di una persona evoluta?? La legge di vita o Karma gliel’ha fatto capire!!
       Per ritornare all’episodio trattato in “Verdetto finale”, posso affermare serenamente che madre e fidanzata avevano qualcosa da riparare: torto o mancanza, comportamenti e modi di fare suggeriti da trascuratezza, da mancanza di attenzioni e cure? Spero che le due donne si risveglino alla coscienza dell’amore disinteressato e apprezzino la vita che è data loro di vivere per condividerla costruttivamente  e altruisticamente con il prossimo.
        Io ho rinfrescato nella mia mente alcune regole di saggezza molto importanti: non esprimere giudizi e accettare l’idea che c’è una spiegazione, più o meno chiara, per ogni evento e situazione di vita.   

         


Blog marzo 2012

Una possibile spiegazione karmica di un evento molto doloroso:
la morte di una persona cara, molto giovane

L’oggetto della riflessione è una storia presentata nel programma di Rai 1 “Verdetto finale” del 25.1.2012, una storia come tante che accadono nella quotidianità, lasciando uno strascico di pensieri, emozioni e sentimenti molto dolorosi che esigono però una spiegazione; non è possibile che eventi del genere si accettino così come fatalità inspiegabili, frutto di chissà quali scherzi del destino.
       Io ne ho sentita la conclusione, ne sono rimasto molto colpito ma subito mi sono venuti alla memoria più casi simili studiati e verificati con metodi di indagine spirituale, regressione non ipnotica a vite precedenti.
      Riassumo sinteticamente la vicenda: un giovane di 24 anni muore in un incidente stradale lasciando la fidanzata ventenne e i genitori nella disperazione più nera. Subito dopo il funerale la ragazza chiede ai genitori di lui di rimanere qualche giorno con loro; di qui inizia la vera tragedia, quei giorni si sono trasformati in un periodo di quasi due anni  in cui madre e fidanzata non fanno altro che vivere di ricordi del figlio-fidanzato, abbandonando i propri doveri. La madre, insegnante, non si sente di trattare con ragazzi poco più giovani di suo figlio trapassato e rinuncia al suo lavoro, la fidanzata non frequenta più l’università né esce con le sue amiche e insomma non riprende la sua vita di giovane con speranze aspirazioni e progetti. Madre e fidanzata stanno tutto il giorno a guardare foto, filmini e oggetti del giovane senza una via d’uscita dal dolore e senza lo sforzo di farsene una ragione per avere pace e riprendere a vivere.
       A parte tutte le altre considerazioni di ordine pratico, per cui la giuria, il giudice e gli esperti presenti (si tratta di un processo) hanno dato ragione al padre del ragazzo estinto che richiedeva l’allontanamento della ragazza dalla sua famiglia per farla rientrare nella propria casa riprendendo una esistenza normale per una giovane poco più che ventenne, ciò che mi ha colpito è stata la situazione in se stessa, cioè il fatto che le due donne, madre e fidanzata, siano disperate e attaccate ai ricordi dedicandosi al culto del trapassato e sacrificandosi come a ricompensarlo forse di ciò che non gli hanno dato “prima”.
       Quando “prima”? Che significa? Mi risulta per esperienza diretta  da indagini a livello spirituale con la tecnica  della regressione non ipnotica che certi rapporti, certe situazioni, certi comportamenti vissuti in precedenti vite, hanno un preciso riscontro nella presente, secondo la legge del karma; mi spiego portando esempi concreti, risultati di sedute di regressing fatte da me e da una collega: in un rapporto di coppia, lui, Daniele, molto attento, premuroso, geloso e molto attaccato  alla moglie Stefania, scopre improvvisamente, vedendola in macchina con un uomo, di essere tradito meschinamente. Allora accade un episodio molto simile a quelli narrati nei film di azione: lui, fa una conversione pericolosa, rincorre la macchina del rivale, la blocca frenandole davanti, scende, scopre che l’uomo con la moglie è un suo amico, inizia a ”fare a botte”, inveisce contro di lei ma Stefania con forza e rabbia, mentre tenta di dividerli, gli grida in faccia: - Vattene, Daniè, è tutto finito tra noi!
        Daniele, come tramortito  da un colpo, continua a picchiarsi con l’uomo ma appena finita la lite e tornato in sé, si rende conto della gravità della situazione, torna a casa dai genitori disperato.
         E’ chiaro che Daniele, venendo da me per una seduta, ha voluto sapere quale suo comportamento, quale sua azione in una vita precedente ha causato una simile tragedia, sì, proprio tragedia, perché per ragioni evidenti  non posso narrare tutti i gravi risvolti di tale evento; a me interessa far capire il motivo profondo di questa situazione.
         Daniele durante la seduta ha rievocato il ricordo di una esperienza molto simile a quella da lui ora vissuta in cui i ruoli dei protagonisti erano esattamente opposti: lui, giovane intraprendente sentimentalmente, curioso di esperienze, dopo aver sposato Stefania e avere avuto da lei una figlia  (rincontrata in un rapporto diverso come attuale sorella) si lega sentimentalmente con una giovane creando in Stefania un tale dolore da farle perdere la ragione e finire in ospedale psichiatrico. Daniele in regressione riprova la sofferenza destabilizzante di Stefania, capisce e si rende conto di averle fatto un grave torto che deve essere riparato, secondo la legge del karma.
        Dopo tale rievocazione, lui comprende che lei con il suo comportamento gli dà l’occasione in certo modo di accettare e riparare l’antico torto subito; egli lo fa, si rasserena, supera il risentimento, perdona e si sente pronto a ripartire per costruire un nuovo rapporto basato sulla fiducia e il rispetto. Non ha ricostruito con la moglie perché evidentemente in lei il ricordo del torto subito è stato molto forte ma ha capito il senso dell’esperienza correggendo il suo modo di rapportarsi con le persone, specie legate sentimentalmente, ha imparato grazie al tradimento subito ora il giusto comportamento per il futuro.
      Che riferimento può avere l’esperienza di Daniele e Stefania all’episodio trasmesso in TV a Verdetto Finale? Un primo aspetto dovrebbe essere chiaro: il fatto che madre e fidanzata siano state così violentemente e tragicamente abbandonate lascia presupporre, secondo il karma, che qualche grave mancanza, qualche atto drammatico e luttuoso, avvenuto nel passato, sia la causa remota dell’attuale situazione: nulla avviene per caso e senza un preciso significato e scopo nella vita di una persona, in questo caso addirittura di due persone.
      Un secondo aspetto più pertinente all’episodio televisivo l’ho percepito quando ho ripensato ad una seduta di regressing, fatta da una collega diverso tempo fa e raccontatami con grande commozione. Si trattò di una signora abbastanza matura, sofferente ancora dopo molti per la perdita di una figlia adorata cui aveva dedicato tutta la sua vita ricevendone in cambio gratitudine, apprezzamento e amore; sembrava il loro rapporto tra madre e figlia un esempio di amore perfetto da seguire e apprezzare sempre come modello.
       Un giorno maledetto la figlia Giorgia, ventenne, per un malore improvviso venne ricoverata in ospedale dove morì quasi subito per un attacco di leucemia fulminante. Luisa, la madre, cadde in uno stato depressivo che rasentò per poco la morte: disperazione e incapacità di capire perché un rapporto bello, sereno e costruttivo come il loro fosse così bruscamente e tragicamente interrotto.
       Se in tali circostanze si ha fede in qualcosa, si riesce a superare il dramma pensando che una ragione nascosta e misteriosa ci deve pur essere nel disegno universale di cui ognuno di noi fa parte, altrimenti è la più cupa disperazione, la rabbia contro ogni legge umana e divina, l’ignoranza offuscatrice di ogni ragione; ciò che provava la madre.
       Luisa andò dalla regressologa per cercare di capire la causa prima di tale tremenda esperienza e per sua fortuna la trovò. Riassumo brevemente: in una precedente vita, madre e figlia erano legate da un rapporto diverso, erano persone che appartenevano ad una comunità non proprio religiosa: la madre era un capo, uomo, con potere e autorità che esercitava non sempre in modo giusto e rispettoso, specie verso una giovane ragazza che pendeva dalle sue labbra, lo stimava, lo onorava come guida, ricevendone in cambio poca stima, disapprovazione, rifiuto e talvolta anche umiliazioni. La ragazza non manifestava odio o risentimento, gli obbediva e lo rispettava ma soffriva per tale incomprensibile comportamento fino quasi ad ammalarsi.
       La seduta terminò con la chiara scoperta di un torto tanto grave che, secondo la legge del karma, doveva essere riparato. Come è intervenuta la legge karmica per permettere a Luisa di rimediare  alla grave mancanza? Nella attuale rincarnazione Luisa come madre concepisce Giorgia, la alleva con tanto amore, dandole tutto (quanto non le aveva dato nella precedente vita!!) l’ama addirittura fino a considerarla come l’unica persona al mondo capace di condizionare i suoi stati d’animo, il suo essere madre e donna, in una parola, la sua vita.
      Quando Luisa raggiunge, secondo la legge del Karma, il culmine della riparazione del suo torto, della sua mancanza verso Giorgia nella vita pregressa, le viene tolta fulmineamente la persona più cara su cui ha fondato la ragione della sua esistenza. Perché tale improvvisa privazione?? Il Karma l’ha punita, l’ha castigata, sembrerebbe secondo la legge del “taglione”:- Tu mi hai fatto questo, io te lo rifaccio? No…!!! le ha fatto pesantemente capire che le attenzioni amorevoli, le cure affettuose e l’amore non vanno rivolte solo a chi ci piace e ci ricambia ma a tutti, l’amore è uno stato d’essere basato sul dono disinteressato di sé. Io ho chiesto alla mia amica regressologa quali sono stati gli effetti di quella terapia su Luisa; mi ha rassicurato che lei ha capito il perché le è stata tolta Giorgia in maniera così violenta e tragica e ha ringraziato la legge del Karma proprio per tale lezione. Sì, ha capito cosa significa rispetto, dignità, libertà e amore disinteressato e proprio dalla scoperta della causa di quell’evento drammatico ha iniziato ad agire in maniera più altruistica e quasi impersonale, non aspettandosi nulla in cambio ( aveva iniziato a fare volontariato negli ospedali); ma se non avesse vissuto quella tragica esperienza, quando si sarebbe mai risvegliata in lei la coscienza che vivere nel rispetto dell’altro, nell’amore altruistico, nella ricerca di un miglioramento di se stessi, è l’obiettivo primario di vita di una persona evoluta?? La legge di vita o Karma gliel’ha fatto capire!!
       Per ritornare all’episodio trattato in “Verdetto finale”, posso affermare serenamente che madre e fidanzata avevano qualcosa da riparare: torto o mancanza, comportamenti e modi di fare suggeriti da trascuratezza, da mancanza di attenzioni e cure? Spero che le due donne si risveglino alla coscienza dell’amore disinteressato e apprezzino la vita che è data loro di vivere per condividerla costruttivamente  e altruisticamente con il prossimo.
        Io ho rinfrescato nella mia mente alcune regole di saggezza molto importanti: non esprimere giudizi e accettare l’idea che c’è una spiegazione, più o meno chiara, per ogni evento e situazione di vita.   

         







giovedì 1 marzo 2012

blog marzo 2012 I°




Blog marzo 2012 II°

Un modo per risvegliare la forza

            La forza è l’energia che scorre naturalmente in noi, fluisce attraverso tutto il nostro essere, potrebbe essere definita la vita, l’intelligenza e la potenza innata in ogni parte dei corpi materiali dei regni della natura; tale energia ci accomuna tutti, noi creature, dandoci l’idea-esperienza dell’unione con l’Io Sono; se la affermiamo anche a livello mentale e psicospirituale possiamo concretamente avvertire e realizzare la presenza dell’Io Sono in noi con tutte le sue conseguenze positive, entusiasmanti e miracolose.

             Il discorso fila bene, liscio sul piano teorico, mentale perché riflette una realtà cui l’essere umano aspira da quando ha il senso dell’egoità, della coscienza individuale ma è un’aspirazione fortemente contrastata proprio dall’egoità nel suo insieme di ego psicologici; questi, infatti, in quanto non tutti sublimati, cioè liberati dagli aspetti troppo personali condizionanti, ostacolano e offuscano il fluire dell’energia pura dell’Io Sono, che pure è sempre presente in noi e scorre naturalmente.

             Allora, come si fa a risvegliarla e farla agire in maniera costruttiva tale da infondere sicurezza, serenità, forza e amore? Questa è l’aspirazione ideale di tutti i programmi di seminari, corsi, incontri, libri, articoli tecniche e terapie varie che si ispirano sanamente a quella spinta, direi, a quell’istinto innato nell’uomo ad unirsi all’energia del Tutto, dell’Io Sono, è altresì il compito che sentono di svolgere tutte le persone che aspirano ad una autorealizzazione, completa, dinamica e reale, non fittizia, superficiale o solo mentale e intellettuale.

             Di fronte ai diversi eventi quotidiani, alle diverse situazioni, rapporti e scelte abbiamo sempre due possibilità iniziali: 1) agire sotto l’impulso degli interessi personali, gli Ego che vogliono soddisfazione, vogliono vincere e quindi lottano con tutte le strategie umanamente possibili per ottenere oppure 2), condizione superiore per coraggio e maturità, affrontare ogni situazione sempre con determinazione, coraggio, forza ma distacco dagli interessi personali: questo è il nocciolo della questione, la parte più difficile a capirsi e a realizzarsi.

             Porto un esempio per capire meglio: nell’ambito lavorativo mi viene affidata l’esecuzione  di un progetto molto impegnativo e complesso dalla cui realizzazione mi possono venire anche importanti vantaggi e riconoscimenti che soddisfino il mio amor proprio e il mio prestigio professionale; quindi, sono molto stimolato da concreti interessi a lavorare aspettandomi in cambio ricompense a livello personale gratificanti e soddisfacenti, questo è il normale comportamento che però implica sacrifici e delusioni, riconoscimenti e gratificazioni in un continuo alternarsi, così sono le vicende in ogni ambito di vita.

        Esiste anche un diverso modo di affrontare la stessa occasione: lavorare al progetto con lo stesso impegno, entusiasmo e responsabilità, per libera scelta  di dare il meglio di me  ma senza essere condizionato o dipendente dai risultati dello sforzo seguendo il seguente ragionamento consapevole e libero:- Se io lavoro, mi adopero per realizzare ogni minimo particolare con la dovuta attenzione, competenza e amore, allora mi sento di compiere una serie di azioni sostenute da puro entusiasmo ed energia dell’Io Sono con la conseguenza di sentirmi veramente gratificato, forte comunque, fiducioso nelle mie infinite potenzialità e possibilità reali. Almeno nell’ambito lavorativo agisco stimolato dall’alto ideale di operare al meglio non condizionato da interessi troppo personali ma di carattere evolutivo, di crescita e maturazione personale; sperimentare tale atteggiamento anche in altri ambiti di vita è particolarmente positivo e gratificante.

         Infatti, nei rapporti interpersonali in genere, nelle amicizie, nell’amore, se si seguisse, non dico sempre, perché così si diventerebbe santi, ma qualche volta per capire, un comportamento simile, cioè interagire senza pensare troppo al tornaconto personale, le cose andrebbero molto meglio, ci sarebbero meno aspettative deludenti, si sarebbe animati dal vero amore, disinteressato e impersonale, unico per creare legami e rapporti solidi, autentici, costruttivi e gratificanti.

           Quindi, il modo più efficace per risvegliare la forza, l’energia di amore, la fiducia, la speranza e la volontà di avanzare, è proprio quello di agire per amore dell’azione stessa provando piacere, senza pretendere nulla in cambio ma solo il gusto della pura realizzazione. Bisognerebbe sperimentare almeno qualche volta per verificare la validità di tali pensieri.