Blog novembre 2013
Riflessioni e consigli sul rapporto
individuale con la conoscenza e il suo significato
Siamo continuamente disturbati, in
questo periodo dopo il 2012, dal desiderio indistinto ma molto forte di
ottenere subito risultati positivi dalla conoscenza acquisita con letture,
studio o con altri mezzi; questo perché lo scorrere della vita anche spirituale
si è velocizzata, è diventata più rapida e il bisogno di avere certezze,
sicurezze e risultati concreti si è fatto parte importante del nostro vivere e
delle nostre aspirazioni e desideri.
Vorremmo
saltare tutti i passaggi intermedi per giungere alla mèta che noi immaginiamo
tale da risolvere tutte le nostre preoccupazioni e ansie, come uno stato di
assoluta calma, neutra statica e serena
fuori dal contesto quotidiano di conflitti battaglie e sofferenze varie; ma non è così, invece, che si
raggiunge quello stato energetico dinamico che consente di orientarsi con
consapevolezza e spirito di accettazione e adattamento a circostanze e
condizioni quotidiane anche pesanti e difficili. Si avverte la necessità di
fare qualcosa pur di uscire da paure, disagi e malessere.
Sono molti e di vario genere i
fatti, gli avvenimenti che viviamo ogni giorno e affrontarli senza una base di
conoscenze acquisite o in via di acquisizione e sperimentazione è difficile,
non dà sicurezze interiori dinamiche nel senso che non permette di valutare
direttamente le cose e di trovare il giusto atteggiamento adattandosi alle
circostanze per risolverle. Dipende esclusivamente da noi perché le richieste spirituali sono molto
insistenti e precise: se vuoi realizzarti, devi sforzarti di concretizzare
almeno una delle tante, troppe verità che girano nel mondo della cultura sia
della vecchia che della nuova energia; infatti, le verità cosiddette “nuove”
non sono altro che la riscoperta delle “vecchie”, risultato di ispirazioni e
ricerche da parte di maestri e iniziati,
ampiamente sperimentate a livello spirituale da millenni. E’ sufficiente
sforzarsi di attuare l’accettazione e la fiducia in se stessi per fare un salto
di qualità: da individui dipendenti da
giudizi e valutazioni esterne si può, anzi si deve diventare persone sicure di
sé e nel bene e nel male, rispettosi della propria identità, dignità e libertà.
Se si riesce anche per un minimo, la vita cambia perché si aprono nuovi
orizzonti e ci si sente spinti ad avanzare e progredire, nuovi valori e idee da
realizzare ci vengono incontro, siamo entrati nell’onda dell’energia che
suscita gioia entusiasmo e amore per la vita.
Occorre però seguire un certo
comportamento e impegnarsi per una educazione della volontà, che risulta un po’
difficile in questi tempi in cui si vuole tutto e subito; si tratta di fare innanzitutto una scelta precisa tra il vivere
sbattuti a dritta e a manca in mezzo ai flutti della quotidianità:
rapporti personali e di lavoro, circostanze varie e strane, colpi imprevisti
del destino e altro e imporsi una regola, l’abitudine di accettare, osservare e
capire ogni cosa cercando di sviluppare consapevolezza e la chiara visione del
significato di ogni esperienza-messaggio. Tale comportamento è la base di
ogni crescita e maturazione personale perché, quando si vive affrontando
esperienze-prove con tale atteggiamento, si realizzano veramente i valori e gli
obiettivi del processo conoscitivo. Il saggio dice:- Vuoi realizzarti? Ebbene,
fai un passo sulla via della conoscenza e tre su quella della realizzazione. E’ questo il giusto comportamento verso la conoscenza!!! Essa
illumina ma per divenire strumento efficace di trasformazione e miglioramento
va messa in pratica, altrimenti, illude e inganna sull’effettivo valore dei
risultati raggiunti solo teoricamente con lo studio.
Prova
di ciò sono i moltissimi casi di persone che seguono corsi, seminari, incontri….spendendo
anche tanti soldi ma che dopo un po’ di tempo si ritrovano daccapo a scontrarsi
con i propri difetti, limiti e carenze che vengono lasciati in disparte senza
essere riconosciuti e trasformati attraverso la scuola della vita e senza la
consapevolezza di dover lavorare sul
proprio carattere, unica fonte delle nostre naturali potenzialità; queste, se
non vengono riconosciute ed esercitate, si disseccano e muoiono. In fin dei conti l’unico reale scopo della conoscenza è proprio quello
di trasformare il carattere per raggiungere “la perfezione” cioè il vero
obiettivo della nostra evoluzione. Per fortuna ci sono tantissimi
casi di persone, invece, che hanno capito e si mettono in gioco con umiltà e
con il gusto della lotta, della sfida e del confronto diretto, sono le persone
vive piene di entusiasmo e interesse per la vita, hanno capito che questa
esistenza se la sono scelta loro per raggiungere determinati obiettivi: amore
attivo, libertà e creatività, gioie esistenziali, condivisione e fratellanza e
che se si lasciano sfuggire le moltissime occasioni quotidiane, queste non
tornano più lasciando rimpianti e rimorsi.
Quindi,
lasciamoci trasportare dall’entusiasmo iniziale per affrontare con fantasia e
creatività la nostra esistenza sempre supportati dalla conoscenza ma animati
dal desiderio di realizzare anche il minimo obiettivo, non importa quale,
purché smuova il desiderio e la volontà di fare qualcosa. Ecco
l’utilità indispensabile di agire, di praticare una disciplina della volontà,
sono sufficienti pochi minuti, un piccolo spazio-tempo da dedicare alla
educazione dei propri sentimenti, emozioni e in specie pensieri, proprio per
creare i muscoli della mente, dello spirito, come in palestra si allenano i
muscoli del corpo; la nostra bella (anche se piena di sofferenze) esistenza
deve diventare una spirit-gym, allora ci sentiremo più attivi, meno attaccati
dalle forze negative che sono energeticamente la cause prime del malessere e
del disagio e perciò vanno debellate.
Nella mia famiglia, come
prevenzione, ci siamo imposti di non “raccontare” il nostro malessere: dolori
fisici vari (ce ne sono di tutte le specie, dalla testa ai piedi), reazioni ed
emozioni giuste e umane agli eventi ma, se comunicate agli altri, creano le
“egregore”, motori energetici che coinvolgono e stravolgono chi entra nel loro
influsso, specie se negative; siccome pratichiamo da molto tempo tale
abitudine, ne vediamo gli effetti positivi. Quando però la sofferenza tocca il
massimo livello di sopportazione, e ciò avviene piuttosto spesso, allora ognuno
di noi trova il tempo e il modo di recitare formule e preghiere, poi, se non è una situazione molto grave, ci
scappa anche qualche sommessa risatina se ci accorgiamo che la “la mente” ci ha
offuscati e impauriti, sì, perché la sua funzione è quella della “masturbazione
mentale”, al 90% causa del disagio e del
malessere psicofisico e spirituale. Oltre
agli esercizi individuali da svolgere quotidianamente, c’è una
formula-meditazione accanto al Padre Nostro cristiano e al mantra buddistico (Nam myoho renge kyo), che è
la 5°essenza energetica più potente conosciuta nell’esoterismo occidentale e
apprezzata anche in quello orientale:……Sii
calmo! E sappi: Io Sono Dio! E’ sufficiente recitarla con profonda intenzione ed emozione
tante e tante volte, in qualsiasi tempo e luogo, per sentirsi centrati calmi e
pieni di amore verso la vita; provare per credere!
Quando si tratta di situazioni e
condizioni di vita molto pesanti e gravi, come malattie e stati difficili,
occorre fare appello a tutte le risorse, oltre anche alle preghiere agli
arcangeli, ognuno deve trovare in sé il modo più confacente ed efficace per
affrontare con consapevolezza e amore la propria condizione; talvolta si deve
ricorrere ad una totale trasformazione del proprio modo di pensare e vivere
sempre sostenuti da conoscenza e pratica.
Per
concludere, è giusto sforzarsi di concretizzare cioè praticare quelle verità
che sentiamo più affini a noi per entrare nel flusso della energia-pensiero di
amore che ci guida, tutti, se lo vogliamo verso i nostri obiettivi evolutivi
con l’intenzione di realizzarci
armonizzando pensieri sentimenti e azioni. Tale è stato, è e sarà sempre il fine ultimo di
ogni sano e cosciente cammino spirituale di crescita e realizzazione. Quale consiglio più appropriato della spinta
a mettersi in gioco, a sperimentare proprio la conoscenza per trasformare la
nostra vita in una palestra, spirit-gym, fonte di qualche sacrificio ma di
molte soddisfazioni e gratificazioni? Certo, la
nostra esistenza l’abbiamo scelta noi per r e a l i z z a r e il nostro e solo
nostro programma di sviluppo. Per questo la conoscenza traccia una strada, dà
una direzione ma le gambe le dobbiamo usare noi per camminare e raggiungere una
dopo l’altra le diverse tappe, i diversi traguardi, quindi esortazione a
praticare esercizi, pregare, recitare
formule e altro…….. per diventare maghi nuovi, Merlino.