venerdì 10 ottobre 2014

BLOG OTTOBRE 2014

Blog ottobre 2014

Senso di colpa, peccato e non merito
Un modo per superarli
         C’è un sentimento che si aggira di nascosto nelle nostre anime, non in tutte naturalmente, ma specie in quelle più sensibili ed educate ad una moralità piuttosto osservante e rigida: il senso di colpa. Le persone ora adulte che hanno trascorso la loro infanzia e adolescenza in un’atmosfera morale di stretta osservanza, in ambienti un po’ rigidi e austeri spiritualmente, se non hanno acquisito una indipendenza e autonomia spirituale, sono le più esposte a tale sentimento davvero castrante, condizionante e dai molteplici effetti spiacevoli e dannosi per una sana vita spirituale personale e di relazione.
          Perché senso di colpa? Siamo nati con il peccato originale, così insegna la chiesa cattolica, per cui ogni nostro pensiero, sentimento e azione nasce sottilmente già condizionato dal ricordo inconscio della nostra natura imperfetta, colpevole di essere nata con la “macchia” che offusca la chiarezza, lo splendore della nostra coscienza; perché l’anima è chiara, splendida e nobile? Noi umani, come ogni creatura visibile e invisibile, siamo una scintilla divina, siamo la materializzazione dell’idea del Creatore (Io Sono).  E’ possibile che nell’intima essenza del nostro spirito non siamo puri, liberi dal peccato? E in più abbiamo il libero arbitrio, l’unica chiave, l’unico mezzo che ci permette di scegliere fra il bene e il male; infatti, se non avessimo tale meravigliosa qualità, saremmo veramente e seriamente obbligati a seguire il “peccato” dentro di noi. La condizione delle persone vittime di tale sentimento è veramente tragica: devono rivolgersi sempre ad una persona esterna per risolvere i loro problemi interiori, allo psicologo, al sacerdote, uomo fra gli uomini o ad altra persona, che decide o dà consigli, non sempre validi per loro scavalcando il bene più prezioso per tutti: la libertà, il libero arbitrio, la consapevolezza e l’indipendenza nelle scelte e altro effetto gravissimo, suscitando loro il complesso di “non meritare” di essere felici, di sentirsi bene soddisfatti e realizzati per il proprio sforzo personale di volontà, intenzione e desiderio. Il più saggio consigliere è in noi, la presenza della scintilla divina nel nostro cuore e coscienza.
           Io ricordo una frase sentita moltissime volte da bambino e da studentello durante l’ora di religione a scuola e al catechismo: - Non meriti di soddisfare i tuoi desideri perché sei un peccatore…. tuonava anche il sacerdote confessore… Io mi chiedevo: - Ma che cosa ho fatto di così grave da non meritare di essere felice? A questa frase di condanna mi sono sempre ribellato e opposto fin dalla prima adolescenza distaccandomi dagli schemi di una rigida moralità imposta per tradizione e fortunatamente iniziando a ricercare con uno studio approfondito della spiritualità le giuste risposte particolarmente a queste domande: - Perché sentirmi peccatore in certi pensieri e azioni e non meritevole di ottenere certe cose ed esaudire alcuni desideri? Mi ci sono voluti decenni di studio e di ricerca per liberarmi dai lacci, dai nodi energetici negativi del peccato, della colpa e del non merito; ci sono riuscito attraverso un cammino di sofferenze, delusioni, sacrifici e rinunce che però mi hanno fatto vivere un’esperienza molto importante nella mia vita: la scoperta in me (nell’universo) della forza pensiero di amore che mi unisce al tutto e mi consente di superare ogni condizione critica negativa con amore incondizionato.
      Bisogna capire molto bene gli effetti negativi e distruttivi del pensarsi e sentirsi in colpa, peccatore, non meritevole di ciò che si desidera: si entra energeticamente in un livello molto basso che crea effetti distruttivi notevoli sui tre piani, psicofisico e spirituale condizionando l’esistenza totale della persona. Senso di impotenza, incapacità e depressione, infelicità, pessimismo nero e impossibilità di apprezzare il bello, il bene e il vero intorno a sé e di godere anche delle semplici cose ed emozioni non dico nella sessualità, considerata in quest’ottica il vero peccato, ispirato dal demonio, sono alcune manifestazioni di tale energia negativa molto bassa e distruttiva.
         Lettore/lettrice, non ridere di quest’ultima frase, ti basterebbe parlare con una persona anziana e chiederle come giudicava e praticava ai suoi tempi, qualche decennio fa, il sesso e come lo  giudica ora vedendone le manifestazioni più strane, per renderti conto dell’enorme cambiamento avvenuto nel costume sociale ma della presenza ancora degli effetti devastanti di quei sentimenti di colpa, di peccato e di non merito nella vita psico spirituale di parecchie persone anche giovani. Molti matrimoni entravano ed entrano in crisi proprio per tali modi di sentire e giudicare specie la sessualità=peccato, quindi senso di colpa e non merito.
         Vorrei far capire la grande potenzialità che abbiamo noi esseri umani di operare profonde trasformazioni anche nel nostro DNA, partendo dall’affermazione-verità espressa nelle Sacre Scritture e diffusa anche in forma di canalizzazioni di alte entità in questi tempi: L’Uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio (Io Sono); quindi, a rigor di logica, partecipa della natura divina, è una scintilla dell’energia creatrice e non può nascere con la macchia del peccato………. se lo affermano autorità religiose, c’è una ragione storica radicata nell’insegnamento della chiesa e noi ne conosciamo il motivo: potere e controllo delle anime e delle persone. Il” peccato originale” non deve condizionare la nostra libertà di pensiero e azione perché siamo potenzialmente liberi nella nostra natura divina inizialmente pura, abbiamo il libero arbitrio, se commettiamo il male, è una nostra diretta responsabilità perché al momento non abbiamo sviluppato il giusto grado di consapevolezza e di coscienza che ci permette di scegliere tra il bene e il male e poi siamo guidati dalla legge del karma che ci costringe a determinati comportamenti e a rivivere effetti di vite passate.
          Il senso di colpa poi è conseguenza di un pensiero e di un’azione in una situazione di inadeguatezza e di incapacità in un momento di debolezza: - Avrei potuto fare questo, dire questa parola, ah, non l’ho fatto!!! Ci diciamo spesso……. Nasce il rimorso, il pentimento, sentimenti di ristagno dell’energia, di sfiducia profonda nelle proprie capacità, energie di bassissimo livello che bloccano ogni tentativo di rinascita e di rivincita per affermare la propria sana e positiva voglia di affermarsi e realizzarsi. Energia bloccante che influisce e condiziona la vita psico spirituale di persone particolarmente sensibili e di formazione morale rigida e osservante più attente alle parole di una autorità a loro esterna che alla presenza dell’energia divina nella loro coscienza e nel loro cuore che attende di essere riconosciuta, apprezzata e sviluppata con l’aiuto di alcune conoscenze di base per una crescita evolutiva più libera e adeguata ai nostri tempi.
         Tali persone, ripeto, di mentalità un po’ rigida respingono la possibilità di camminare da sole, nel senso di ascoltare la propria coscienza in cui vive e si manifesta il divino e aspettano di raggiungere il divino fuori di loro:-Là c’è Dio-dicono- io sono qua che aspetto. In tale atteggiamento, cioè quando si cerca il divino fuori di noi, le conseguenze di carattere psicospirituale sono piuttosto pesanti: si aspetta che arrivi da fuori la grazia, l’intervento divino ma se si ha un senso di colpa, questo aumenta, diviene un peso energia bloccante, accende il senso del peccato e la certezza di non meritare serenità benessere e pace con se stessi.
        Ormai è ora di scegliere la via dello sviluppo individuale e i mezzi ci sono per tutti, non costano nulla e si trovano subito purché ci sia intenzione e interesse a crescere, abbiamo tutti indistintamente notevoli potenzialità per trasformarci, maturare e crescere, è la nostra missione terrena.
        Il primo e indispensabile strumento di crescita è il p e n s i e r o, l’energia-pensiero di amore che, una volta capita, può operare fondamentali trasformazioni (gli scienziati quantistici parlano di mutamenti nel DNA); grazie a tale energia noi umani diventiamo cocreatori nel senso che ciò che pensiamo coscientemente e sentiamo consapevolmente, si realizza, lo creiamo. Per concretizzare tale realtà occorre però credere con forte intenzione nel potere del pensiero e praticare, praticare praticare esercizi mentali per avere risultati positivi spesso eccezionali. Per esempio, chi è sfiduciato e ha un forte senso di colpa per qualche ragione (ce ne sono un’infinità) ed  è convinto di non meritare “la felicità”, dovrebbe recitare a mo’ di mantra questi semplici pensieri (formule):
1)      Io mi benedico e assolvo nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo….oppure: 2) Mi amo, mi accetto totalmente, mi apprezzo…..oppure: 3)Merito tutto l’aiuto dell’energia universale per sentirmi realizzato e soddisfatto.
 Tali semplici formule suscitano le potenti energie nascoste in ognuno di noi che attendono di essere riconosciute stimolate e sviluppate; chi non lo fa o sorride per la semplicità del processo, è segno che non è maturo, quindi, a rigor di logica, deve continuare a soffrire e a sopportare gli effetti castranti delle energie negative (più potenti inizialmente delle positive), non ha “vera” intenzione di reagire e diventare un individuo capace di programmare a lunga scadenza la sua rinascita, la sua crescita e maturazione spirituale. Chi invece segue un percorso frequentando corsi, seminari conferenze e leggendo libri articoli, se è ben consapevole, capisce che il segreto della propria realizzazione e successo è uno solo: pensare positivo ed esercitarsi costantemente e pazientemente nella sua “spiritgym” mentale con formule, preghiere e mantra e azioni semplici ma mirate sostenute da entusiasmo e piacere di vivere, non dimentichiamo m a i che viviamo anche per godere le gioie dell’esistenza, ce ne sono molte, è sufficiente per vederle togliersi gli occhiali neri e sostituirli con lenti colorate di rosa? Di giallo? Di azzurro? Ognuno è libero di scegliere.        

         

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