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novembre 2014
Riflessioni sugli effetti
dell’energia-pensiero di amore
Si parla molto, specie nel campo della
nuova energia quantistica, degli effetti di pensieri, preghiere, meditazioni e
formule di autoaffermazioni applicate alla terapia-guarigione delle cellule,
tessuti, organi e funzioni dei corpi sottili e del fisico umani.
Ho ascoltato il racconto di un amico che
ha frequentato un seminario tenuto da uno scienziato, fondatore di una nuova
scienza, l’epigenetica (studia il modo in cui la chimica opera sui nostri geni)
con competenze specifiche nella biologia: Bruce Lipton.
Egli, studiando il funzionamento delle
cellule, presenti in numero di trilioni e oltre nel corpo umano, ha dimostrato
scientificamente che l’energia-pensiero e le emozioni hanno effetti
sorprendenti in senso positivo o negativo sulle funzioni organiche, senza
alcuna eccezione. Pensieri ed emozioni di amore (specie se si è innamorati)
hanno l’effetto di attivare positivamente la funzione delle membrane cellulari
(la parte più
importante della cellula). Quando pensiamo positivamente una bella
scena, un bell’evento o sentiamo una forte emozione nel cuore, l’energia
corrispondente parte dal cervello o dal cuore e stimola tutte le cellule del
corpo, gli effetti sono: benessere, salute e vigore, efficienza e assenza di
dolore a livello fisico e sicurezza, calma e senso di positività, ottimismo e
benessere a livello psichico; in sostanza autodifesa e
immunità da malattie, malessere e fastidi vari.
E’ chiaro che le energie-pensiero e le emozioni negative hanno effetti opposti;
Lipton ha fatto vedere immagini di cellule umane di corpi sottoposti ad
influssi di correnti energetiche negative: le ciglia mobili delle cellule, in fase negativa, sono
ferme, contratte, non scambiano energia con le altre, sono come paralizzate. Egli
dice che tale effetto potrebbe essere l’inizio di una grave malattia (cancro?),
le cellule non comunicano, bloccano il flusso energetico di scambio, al contrario, le immagini di cellule di corpi in un flusso
positivo di energia, dimostrano che esse sono mobili, comunicano armonicamente
tra loro per tutto il corpo.
Quindi, è più che giusto trovare e
sperimentare il modo di stimolare l’azione positiva delle cellule, la tecnica
esiste, è quella di praticare sistematicamente esercizi di concentrazione, di
autoaffermazione recitando formule e preghiere mirate, una molto efficace è
questa: “Coscienza, intelligenza e volontà dell’Io Sono
dirigono il lavoro di tutte le cellule, tessuti, organi e funzioni del mio
corpo (in particolare, per esempio, del
mio apparato digerente) in una condizione di piena funzionalità,
salute attiva, benessere efficienza e perfezione; il mio corpo (apparato
digerente) è sano, autoimmune e perfettamente guarito”.
Ciò che dimostra scientificamente B. Lipton, conferma quanto suggerisce
l’altissima entità, amica degli umani, Kryon in una sua canalizzazione a Lee
Carroll: Egli
parla della possibilità concessa all’uomo di entrare nel proprio corpo e di
lavorare con il DNA per operare la propria guarigione; infatti, afferma che
all’interno del nostro DNA esiste uno strato (energetico) dei 12 strati
interdimensionali che è la causa della guarigione. Come? Occorre fare giornalmente un esercizio molto
semplice: parlare alle nostre cellule (per esempio con la formula
precedente) facendo loro capire che esiste in noi il “capo” cioè la nostra
coscienza che dirige tutto il processo di guarigione e oltre. Può
avvenire un fenomeno apparentemente strano: si entra in uno stato interdimensionale
precedente a quello della malattia, è come se si ritornasse indietro a prima
del nascere degli eventi biologici, quando la malattia non esisteva ancora, con
il risultato che la struttura cellulare del DNA sarà libera dalla malattia
perché, prima, non l’aveva……………è, quindi,
importantissimo parlare con le nostre cellule, salutarle e celebrarle
veramente con amore, è la condizione per una vita sana e costruttiva. Scienza tradizionale e spiritualità si incontrano
sempre più, Lipton e Kryon vanno “a braccetto” per aiutarci a progredire con
saggezza e serenità.
Ecco, allora, la solita ripetuta
raccomandazione: praticare esercizi
costantemente per farci “i muscoli dello spirito” e affrontare i momenti bui
della nostra esistenza.
Paura del giudizio degli altri e di
se stessi
Oltre i sensi di colpa e di peccato, c’è un
altro “veleno” che inquina la nostra vita interiore, ci toglie e blocca ogni
iniziativa per avanzare, crescere e maturare: la paura del giudizio degli
altri e la critica di noi stessi, ciò che può pensare la gente di noi e noi di
noi stessi, oltre alla tendenza spesso perversa di giudicare noi gli altri. E’ un
sentimento molto diffuso tra la gente ma c’è da fare un’osservazione molto
precisa e forse un po’ dolorosa: colpisce, tale stato
di paura, in specie le persone insicure, non pienamente consapevoli delle
proprie qualità e potenzialità (della propria identità, sacra e inviolabile),
perciò fortemente dipendenti dal giudizio altrui, sono quegli individui con
scarsa fiducia e autostima, che non si amano, non si apprezzano e rispettano e
vanno avanti senza un preciso programma di crescita. Dico
che tutti dovrebbero farsi di questi tempi, fin da giovanissimi, una
programmazione di un obiettivo da raggiungere “da grandi” ma ciò presuppone una
certa attività interiore che miri a sviluppare e ad esercitare la conoscenza di
se stessi e un rapporto di fiducia nelle proprie potenzialità.
Se non c’è anche da adulti tale
impegno è molto facile essere attaccati e cadere nella dipendenza dal giudizio
degli altri ma soprattutto è ancora più comune essere vittime di un’eccessiva e
distruttiva critica da parte del nostro io interiore. Confesso
che quest’ultima caratteristica negativa molto distruttiva sono riuscito a
superarla abbastanza avanti negli anni, appena superati i 40, perché avevo un
senso eccessivo di autocritica causato da un’esigenza condizionante di
perfezione: dovevo essere perfetto, unico in tutto ciò che ero e che facevo (i
giudizi sugli altri erano taglienti, volevo diventare “santo cavaliere”
ineccepibile ed eccellente in tutto “senza macchia e senza paura”), comunque le
mie pretese erano troppo alte e soprattutto al di fuori della realtà; tutto ciò
che facevo o pensavo non mi andava bene, mi criticavo distruttivamente, non
avevo fiducia in me, alla fine mi sono stancato e ho rotto tale comportamento
in modo aggressivo e violento in una seduta della commissione d’esame di
maturità.
Tutti noi, dico tutti, eccetto forse quei
maestri spirituali che vivono in incognito o nelle comunità iniziatiche e
camminano un palmo da terra, abbiamo la parte “ombra” dei nostri Ego che deve
essere conosciuta e accettata, rispettata e amata con umiltà e sincerità,
altrimenti non si cammina veramente verso la realizzazione di noi stessi, si
vive nell’illusione di aver raggiunto le alte vette della conoscenza, pur necessaria come stimolo a progredire (ci
sono persone che parlano di verità e processi alti ma non li hanno realizzati, sono
solo acquisizioni mentali) oppure, condizione molto frequente, si vive
nell’incertezza, nel dubbio sulle nostre potenzialità, al limite della
depressione, nel senso di incapacità totale di costruire qualcosa di solido.
Se si procede in questo senso, le diverse “paure”, quella di subire il
giudizio altrui ma in specie l’autocritica pesante, negativa e autodistruttiva
tendono ad attenuarsi e a scomparire. Perché? E’ chiaro, più si rafforza l’autostima, il
valore di se stessi, più il timore del giudizio altrui si scioglie e anche il
bisogno di giudicare gli altri.
Un modo per misurare il livello di
maturazione e di coscienza, è quello di
valutare il grado di dipendenza dal giudizio altrui, come? Fino a quando si
dice:
- Ma che ne pensa Tizio del mio operato, dei miei pensieri e opinioni? - non
siamo ancora liberi e autonomi, dipendiamo sottilmente dagli altri. Quando
invece riusciamo a dire sinceramente: - A me non interessa quel che dicono o
pensano gli altri, faccio questa cosa convinto della sua validità - allora
abbiamo raggiunto un buon livello di coscienza e realizzato l’alto ideale di
pensare e agire per amore dell’azione, la vera libertà.
Come si fa per superare tali sentimenti
negativi e distruttivi? Quale tecnica si può seguire?
Ormai penso che si sia capito che il
nocciolo di qualsiasi problema personale di maturazione e crescita, è il rafforzamento del nucleo interiore personale cioè il
riconoscimento e la sicurezza del proprio Io, scintilla divina nell’umano. E’
inutile girarci intorno, ogni tecnica, ogni esercizio che miri allo sviluppo
dell’Io è valido, purché sia fatto con umiltà e intenzione fortissima di
rafforzarsi. Quando l’Io personale è abbastanza
forte, diventa il veicolo che consente di viaggiare nell’energia universale e
connettersi anche con le entità alte, naturalmente deve essere un Ego puro,
cosciente consapevole e in pieno dinamico sviluppo. Quale tecnica? A questo punto, io suggerirei esercizi di
autoaffermazioni semplici ma ripetute costantemente oppure meditazioni e
preghiere, il solito modo, ripetuto decine di volte, per rafforzare la propria
identità, ma ci sono tantissimi altri modi, importante sceglierne uno e
praticarlo.
Formule di tale genere: Mi amo, mi accetto incondizionatamente e mi apprezzo, sono
molto efficaci, poi se si aggiunge, Mi
benedico e assolvo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, si
opera con sicurezza di risultati, però occorre provare, provare…………….e
riprovare.
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